Regia:Ridley Scott
Produzione: Michael Deeley
Sceneggiatura: David Peoples, Hampton Fancher
(dal romanzo di Philip K. Dick)
Fotografia: Jordan Cronenweth
Musica: Vangelis
Suono: Bud Alper, Joel Fein, Graham V. Hartstone
Scenografia: Lawrence G. Paull, David L. Snyder
Arredamento: Linda DeScenna, Leslie McCarthy-Frankenheimer, Thomas L. Roysden
Casting: Jane Feinberg, Mike Fenton, Marci Liroff
Costumi: Michael Kaplan, Charles Knode
Trucco: Shirley Padgett, Marvin G. Westmore
Effetti speciali: William Curtis, Ken Estes, Logan Frazee, Steve Galich
Effetti speciali visivi: David Dryer, Douglas Trumbull, Richard Yuricich
Non accreditati:
Sceneggiatura: Roland Kibbee
Scenografia: Peter J. Hampton
Arredamento: Peg Cummings
Costumi: Jean Giraud
Set Designer: Charles Breen, Curtis A. Schnell
Cast
Harrison Ford ................................. Rick Deckard
Rutger Hauer ....................................... Roy Batty
Sean Young ............................................ Rachael
Edward James Olmos ................................... Gaff
M. Emmet Walsh ...................................... Bryant
Steve Pope............................................ poliziotto
Robert Reiter ....................................... poliziotto
Dati tecnici e specifici
Genere: Fantascienza
Durata del film: 1h, 57 min.
Formato della pellicola: 35 mm Panavision in Technicolor
Data di uscita: 25 Giugno 1982 Riedizione: 1991
Luoghi delle riprese: Burbank, California, USA (scene di strada) Downtown, Los Angeles, California, USA (Stazione di polizia nella quale viene detto a Deckard che deve tornare in servizio) South Broadway, Los Angeles, California, USA (Scontro finale in cima all'edificio Bradbury Building) Londra, Inghilterra (bagno nell'alloggio di Leon Kowalski) Shepperton, Inghilterra (interni)
Sequel: Blade Runner 2049 (2017) di Denis Villeneuve
Video sul mercato: DVD - lingua italiana
'Blade Runner - Ultimate Collection' è il titolo del cofanetto a 5 dischi comprensivo di scene aggiunte, contenuti speciali e le tre versioni complete del film: 'Domestic Theatrical Version' (1982), ´International Theatrical Version´ (1982), 'Director’s Cut' (1992).
VHS - lingua italiana
Singolo difficilmente reperibile, se non attraverso riedizioni allegate a settimanali e riviste. In internet, presente nel mercato dell'usato
Riconoscimenti artistici
Nomination all´OSCAR Scenografia e Arredamento Effetti speciali visivi
GOLDEN GLOBES - USA Nomination Colonna sonora
BRITISH ACADEMY AWARDS - GB Premio / Fotografia - Scenografia a Arredamento - Costumi Nomination / Colonna sonora - Montaggio - Suono - Trucco - Effetti speciali visivi
ASSOCIAZIONE CINEMATOGRAFICA - GB Fotografia
FANTASPORTO - POR Regia
HUGO AWARDS - USA Soggetto drammatico
LOS ANGELES FILM CRITICS ASSOCIATION AWARDS - USA Fotografia
Trama
Nell'anno 2019 a Los Angeles, la Tyrrel Corporation costruisce androidi replicanti (robot dalle fattezze umane) come forza lavoro per le industrie minerarie. L'esistenza di queste macchine intelligenti è frutto di un programma che prevede la loro auto-disintegrazione dopo quattro anni. Quattro di questi, Roy Batty, Leon, Zhora e la cyberpunk Pris, appartenenti alla serie Nexus 6 si ribellano e sfuggono al controllo. Rick Deckard, ex cacciatore di taglie e molto abile nel suo lavoro, è obbligato dalla polizia a catturarli. Dopo un rifiuto iniziale, il bounty killer accetta l'incarico, anche perché messo sotto pressione da Bryant, capo della sicurezza, il quale usa nei suoi confronti metodi di convincimento assai poco ortodossi. A Rick si affianca Rachel, anch'essa una replicante ma in grado, a differenza della versione Nexus 6, di provare sentimenti.
Ben presto tre dei quattro robot sono individuati ed eliminati. Il loro capo, Roy Batty, si asserraglia dentro l'edificio della Tyrrel Corporation, prende in ostaggio l'ingegnere genetico e suo creatore, il dottor Tyrell, al quale chiede un intervento atto a garantirgli l'allungamento della vita. Constatato però che ciò non è possibile e sentendosi ormai braccato da Deckard, lo uccide. Soccombe anch'esso dopo un tremendo duello con Rick sul tetto del grattacielo.
Recensione
Dopo Alien, Ridley Scott si confronta nuovamente con il genere fantascientifico in un film dal tessuto narrativo intricato e avvolgente. Pessimista, lugubre, ancora più claustrofobico di Alien, il film è il ritratto convincente di un futuro apocalittico dove l'uomo è dominato dai replicanti e vittima della tecnologia da lui stesso ideata.
Tratto dal romanzo 'Do Androids Dream of Electric Sheep?' (1968) di Philip K. Dick, tradotto in italiano con due versioni differenti: 'Il cacciatore di androidi' e 'Ma gli androidi sognano pecore elettriche?', dal quale regista e sceneggiatori giocano molto sull'ambivalenza dei personaggi, sul mistero intrinseco della loro natura, delineato attraverso un simbolismo intellettuale volutamente contorto, come ne fa testo la scena del sogno di Rick al riguardo dell'unicorno, rappresentazione della purezza, associato alla figura di Rachel. L'eroina, passa sopra il cavallo alato, sfugge all'ambiente che l'ha creata, abbandona il suo status di replicante e si immedesima in una dimensione a lei più logica, soprattutto grazie al richiamo di Rick. Egli, non la considera una macchina, ma una donna e il sentimento dell'amore è lo strumento del quale si serve per trasformarla in un essere umano; come a significare: basta il pensiero, la volontà o la decisione per sopraffare scienza, materialismo e quanto più di tecnologicamente dominante possa esistere. Tra l'altro, la stessa natura di Rick è indefinibile; di conseguenza lo spettatore, attraverso una lettura personalizzata, può identificare la figura del protagonista a proprio piacimento, sia esso uomo o cyber. Una congettura astrale molto ricercata; al punto che i produttori decisero di non inserire la sequenza finale, contrariando non poco Ridley Scott, il quale nel 1991 fece uscire una versione comprensiva della scena dell'unicorno, senza commento fuori campo e con finale differente. Poi, nel 2007, presentata durante il Festival di Venezia una ulteriore versione, con titolo Blade Runner - The Final Cut.
Ciò che giganteggia nella pellicola è la mastodontica ricostruzione scenografica di una Los Angeles del terzo millennio completamente inquinata, avvolta dai fumi dello smog e bagnata incessantemente da piogge acide. Una visione macabra e infinitamente notturna; una notte senza fine che è ritratto della decadenza cui è giunto il genere umano.
Idealmente fedele ai canoni letterari della fantascienza contemporanea, è a tutt'oggi, considerato un cult-movie dai fans dello sci-fi, ma il film ebbe un riscontro disastroso all'uscita nelle sale. Un fallimento derivato dal nuovo criterio d'impostazione assegnato dal regista, surreale e avvenirista, corroborato da un lento ritmo narrativo e, considerato il genere, forse esageratamente compassato; quindi non totalmente compreso dal grande pubblico. Sequel nel 2017 con Blade Runner 2049, di Denis Villeneuve.
Curiosità:
Il celebre monologo pronunciato dall'androide (Rutger Hauer): "...Io ne ho viste di cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
Ètempo di morire...", non è presente nel testo originale di Philip K. Dick, ma frutto di un'idea dello sceneggiatore David Webb Peoples, in parte modificata in corsa da Rutger Hauer con aggiunta personale della frase "...come lacrime nella pioggia...".
Colonna sonora
Tra le migliori composizioni di Vangelis (ma non la migliore in assoluto), il quale ebbe una disputa con il regista Ridley Scott che pretendeva l'inserimento, nella colonna sonora, di track-musicali prelevati da altre opere, in quanto non molto convinto della funzionalità della stessa. Infine, i due trovarono un compromesso; presenti nella partitura brani preesistenti tratti da lavori realizzati da altri compositori: Memoires of Green tratto dallo score di Chi protegge il testimone del 1987, musica di Michael Kamen), la sequenza di Rachel al piano (Love Theme) accompagnata dal Notturno n° 13 di Chopin e altri inserti come il pezzo famoso Harps of the Ancient Temples di Gail Laughton e la canzone If I Didn't Care di The Ink Spots (entrambi nei titoli di coda).
Il miglior tema originale è sicurmente quello relativo all''End Title', divenuto nel tempo abbastanza famoso. La struttura è basata principalmente su avvicendamenti di effetti e percussioni, risoluzione ottenuta tramite tastiera elettronica per le vicende dinamiche e d'azione e da un metodismo classico sviluppato orchestralmente per le sequenze descrittive del film.
Info - Discografia
Non esiste a tutt'oggi un CD relativo alle musiche originali; nel corso degli anni si sono alternate sul mercato discografico alcune edizioni comprendenti soltanto un numero ridotto dei brani del film, ma mai nella loro interezza naturale. Esistono un numero imprecisato di adattamenti e il CD della WEA (1994) e della Warner Brothers
sono i primi riferimenti discografici di ottimo livello.
Nel 1990 Vangelis incise un album (Themes) contenente tre brani:
End title, Love theme e Memories of green, distribuzione OWM.