2001: ODISSEA NELLO SPAZIO

2001: A Space Odyssey - USA/ING - 1968
Metro-Goldwyn-Mayer / Stanley Kubrick Productions


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Crediti


Regia: Stanley Kubrick
Produzione: Stanley Kubrick
Sceneggiatura: Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke
(dal romanzo "The Sentinel" di Arthur C. Clarke)
Fotografia: Geoffrey Unsworth, John Alcott
Musica: Aram Ilyich Khachaturyan, Richard Strauss, Johann Strauss jr., György Ligeti
Montaggio: Ray Lovejoy
Suono: Winston Ryder, A.W. Watkins, H.L. Bird, J.B. Smith
Scenografia: Ernest Archer, Harry Lange, Anthony Masters
Arredamento: John Hoesli
Consulenza scientifica: Frederick I. Ordway III
Costumi: >Hardy Amies
Effetti speciali fotografici: Jimmy Harris, Fred Heather, Garth Inns, Curly Nelhams, Jimmy Ward, Colin J. Cantwell, Bryan Loftus Frederick Martin, Bruce Logan, David Osborn, John Jack Malick
Supervisione agli effetti speciali fotografici: Stanley Kubrick, Tom Howard, Douglas Trumbull, Con Pederson, Wally Veevers
Trucco: Colin Arthur, Stuart Freeborn
Orchestratore: Winston Ryder




Cast


Keir Dullea .................................. David Bowman 

Gary Lockwood ................................. Frank Poole 

William Sylvester .................. Dr. Heywood Floyd 

Daniel Richter .................................. osservatore 

Leonard Rossiter .................................... Smyslov 

Margaret Tyzack ........................................ Elena 

Robert Beatty ................................ Dr. Halvorsen 

Sean Sullivan ........................................ Michaels 

Frank Miller ....................................... controllore 

Ed Bishop ......................... capitano dello Shuttle 

Alan Gifford ................................. padre di Poole 

Edwina Carro............................. ....prima hostess 

Penny Brahms ........................... seconda hostess 

John Ashley ......................... scimmia dominante 

Douglas Rain ........................... voce di Hal-9000 



Non accreditati:


John Swindells ............ Tecnico TMA-1
John Clifford ............... Tecnico TMA-1
Burnell Tucker ............ .........fotografo
Vivian Kubrick ............... figlia di Floyd


Altri attori, in ordine alfabetico:

Bill Weston, Glenn Beck, Ann Gillis, Heather Downham, Mike Lovell, Jimmy Bell, David Charkham, Simon Davis, Jonathan Daw, Péter Delmár, Terry Duggan, David Fleetwood, Danny Grover, Brian Hawley, David Hines, Tony Jackson, Scott MacKee, Laurence Marchant, Darryl Paes, Joe Refalo, Andy Wallace, Bob Wilyman, Richard Wood.






Dati tecnici e specifici


Genere:
Fantascienza

Durata del film:
2h, 19 min.

Formato della pellicola:
65 mm Super Panavision in Technicolor-Metrocolor

Data di uscita:
3 Aprile 1968
Riedizione: 2001

Luoghi delle riprese:
Stabilimenti MGM, Borehamwood - Inghilterra (interni)
Shepperton - Inghilterra (base Clavius)
Isola di Harris - Scozia (superficie di Giove)
Monument Valley , Arizona-Utah - USA (immagini deformate per le scene finali del passaggio in altra dimensione)
Deserto della Namibia - Africa (sequenza dei primati)

Sequel:
2002 - La seconda odissea (1972, Silent Running) di Douglas Trumbull
2010 - L'anno del contatto (1984, 2010) di Peter Hyams

Video sul mercato:
DVD - lingua italiana
Esistono tre differenti edizioni, tutte edite dala Warner Video. La prima, solo per il film; poi la versione Deluxe Edition a due dischi comprensiva di contenuti speciali e la terza, dove il film è incluso in un cofanetto di 10 film diretti da Stanley Kubrick, quest'ultimo privo di inserti.
VHS - lingua italiana
Fuori catalogo la videocassetta della Panarecord. Reperibile nel mercato dell'usato e attraverso vendita in allegato a giornali e riviste.







Riconoscimenti artistici


PREMIO OSCAR
Effetti speciali visivi

Nomination all'Oscar
Regia - Sceneggiatura - Scenografia e Arredamento

DAVID DI DONATELLO - ITA
Produzione straniera

BRITISH ACADEMY - ING
Premio: Fotografia, Scenografia e arredamento, Suono
Nomination: Film - Regia

HUGO AWARD - USA
Soggetto drammatico











Trama



Nell'Africa centrale, oltre quattro milioni di anni fa, gruppi di scimmie vegetariane vivono divise in clan ma in perfetta armonia con la fauna che li circonda. Improvvisamente i primati vengono a contatto con un monolito fluttuante da cui scaturisce energia, sapienza e conoscenza; in pratica esso rappresenta l'istitutore per l'evoluzione dallo stato antropoide alla razza umana.
Nell'anno 2001 dell'era cristiana, quando la scienza ha raggiunto i massimi livelli tecnologici, sulla Luna, un monolite fossile sta inviando un messaggio in direzione del pianeta Giove. Per molti ricercatori è la prova dell'esistenza di esseri intelligenti presenti nel sistema solare. La notizia è tenuta segreta per non allarmare la popolazione terrestre e diciotto mesi più tardi, una spedizione parte in direzione di Giove nell'intento di scoprire il contenuto del messaggio e soprattutto per conoscere chi è il destinatario. La spedizione spaziale a bordo dell'astronave Discovery è composta da cinque uomini; il comandante David Bowman, il suo vice Frank Poole e da altri tre scienziati, imbarcatisi in stato di ibernazione. Bowman e Pool sono i soli a bordo a non conoscere l'esatta identità e il preciso scopo della missione.
L'astronave è governata in tutta la sua interezza da un calcolatore dell'ultima generazione, Hal-9000. Nulla a bordo può sfuggire all'occhio vigile di Hal; la generazione dei computer 9000 non ha mai commesso un errore, di conseguenza tutta la responsabilità tecnica della missione è di sua competenza. Hal ha raggiunto livelli di perfezione tale da essere paragonato ad un cervello umano, comprese funzioni intellettive e tutte le sensazioni che da queste scaturiscono, come ansia, angoscia, preoccupazione e paura.
Tutto sembra procedere nel migliore dei modi, ma improvvisamente Hal segnala il guasto ad un elemento del radar; David esce dall'astronave per rimpiazzare l'elemento in avaria e una volta rientrato a bordo e analizzato il pezzo, si accorge che questi è perfettamente funzionante. Bowman e Pool comprendono che il computer ha commesso un errore e per non pregiudicare la loro esistenza decidono di scollegarlo. Hal intuisce le intenzioni dei due e per impedirgli di portare a termine il loro progetto e per non pregiudicare la missione, senza scrupuoli inizia ad uccidere uno per volta l'intero equipaggio tranne David, il quale con una mossa astuta riesce a bloccarlo e di conseguenza a neutralizzarlo.
A questo punto un messaggio registrato rivela la scoperta del monolito lunare e il vero motivo della missione. Rimasto solo, Bowman porta l'astronave nell'atmosfera di Giove e superato il confine dell'ignoto, prosegue verso l'infinito. Attraversato un buco nero raggiunge una dimensione sconosciuta, fuori del tempo e dallo spazio, nella quale egli rivede se stesso prima invecchiato, poi morente, ed infine protagonista della propria rinascita.






Recensione



vai alla scheda di Stanley Kubrick È l'unico vero grande film di fantascienza fino ad oggi realizzato. Una pietra miliare, che contribuì non poco a nobilitare e riabilitare un genere cinematografico da sempre ritenuto di serie B. Si va dall'alba dell'uomo alla sua autodistruzione.
Magistralmente diretto da Stanley Kubrick, questo film è un poema fantascientifico, di struttura adulta, dove il regista riesce a fondere la realtà, quale storia, progresso, materialismo, con il metafisico, rappresentato da futuro, inconoscibile, spiritualità, in una perfetta simbiosi concatenata ad un pensiero filosofico che va oltre la conoscenza umana.
L'idea di realizzare questo capolavoro era nella testa di Kubrick da molti anni. Dopo aver diretto nel 1963 Il dottor Stranamore, ironica rappresentazione del potere e di conseguenza del male, film molto vicino ai temi del futuribile, il regista si concentrò esclusivamente sulla realizzazione di un progetto che andasse oltre ogni logica conoscitiva. L'incontro con Arthur C. Clarke fu decisivo. Lo scrittore, autore del romanzo The Sentinel, già pubblicato nel 1951, propose al regista di adattare il testo alla sceneggiatura del film. Kubrick non ebbe alcun dubbio e una volta ottenuti i finanziamenti dalla Metro Goldwyn Mayer, dietro precisi accordi che prevedevano le riprese del film in Inghilterra, (lui americano non mise più piede negli USA dal 1962) iniziò il lavoro.

Sotto molti aspetti, 2001 è un film di guerra, come metaforicamente di guerra si può considerare l'intera filmografia kubrickiana. L'antimilitarismo e la concezione pacifista, ideali innati nel regista, fanno da breccia contro l'ossessionante rincorsa al dominio, che è insita nel genere umano. La sequenza iniziale dei primati rappresenta concetti espliciti della nostra natura. La scimmia vegetariana, che da sempre convive in pace con zebre e tapiri, si evolve, diventa carnivoro e uccide il vicino per mangiarlo, poi uccide un suo simile per bieche supremazie territoriali. L'osso, divenuto arma, che la scimmia lancia in aria in segno di vittoria rappresenta l'inizio e la sfida. In quel gesto, l'osso racchiude in se quattro milioni di anni di storia e di evoluzione. L'immagine è rallentata a misura, per dare la dimensione del tempo; la sua lenta ascesa simboleggia il progresso e la ricaduta prima di trasformarsi in navetta spaziale sta a significare il degrado dell'umanità.
Non è tanto il desiderio di Kubrick di voler dimostrare l'esistenza di forme di vita extraterrestri, quanto raffigurare, in una sorta di rappresentazione onirica e trascendente (il monolito), l'esistenza di un'intelligenza superiore a quell'umana. Essa vaga, fluttua nell'universo, senza dimensioni di spazio né tempo; una guida invisibile, sempre presente dinanzi a noi in questa vita o in un'altra. Da quest'aspetto si potrebbe notare un'inclinazione spirituale del regista; lui ultra-laico affronta il tema di nascita e morte, come non rescindibile da un'entità sovrannaturale.
Il film, nella sua struttura ermetica, è ricco di altri simbolismi. Concetti e valori intellettuali del pensiero ideologico di Stanley Kubrick sono qui visibili e poi richiamati e sviluppati negli anni successivi, in situazioni e ambienti differenti, per altri suoi film. Innanzi tutto l'occhio; lo troviamo vigile in Hal, attento, che scruta in un ambiente inquietante che nulla di buono fa presagire fin dall'inizio. Nella scimmia; un occhio pieno di curiosità e al tempo stesso di insicurezza e paura. Lo sguardo terrificante di David mentre attraversa il "cancello delle stelle" e quello del feto, il quale avvicinandosi alla Terra sprigiona gioia nel poter rivedere e riabbracciare la "sua" casa. L'occhio, inteso come rappresentazione di uno stato d'animo, diventa elemento prevalente nella figura di Alex, in Arancia meccanica del 1971, in quella di Jack Torrence in Shining del 1980 e in Full Metal Jacket, dove gli sguardi, prima della recluta suicida e poi della vietnamita in fin di vita, sono caratterizzati dall'aberrazione che essi provano nei confronti della guerra. Poi lo stile degli arredi, una ricerca ossessiva quella del regista nel voler rappresentare lo sfarzo e l'eleganza nella loro fulgida bellezza; un falso-bello che nasconde uno spirito bieco, arrogante, maligno. La hall dell'Hilton, nel suo designer avvenirista lo ritroviamo nelle case del sig. Alexander e della "donna dei gatti" in Arancia Meccanica. Infine i paesaggi e i colori; chiari riferimenti si riscontrano in Barry Lindon del 1975, in special modo nella sequenza chiave del film, quella dei lumi. Kubrick non disdegna di rappresentare anche lo sport nel suo lato violento, come lo shadow boxing di Poole nel Discovery e il film sulle arti marziali che intrattiene le hostess a bordo dello Shuttle.





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Il film fu realizzato in Inghilterra, precisamente a Borehamwood, sito degli studi della M-G-M in Gran Bretagna e occorsero oltre due anni per completarlo. 2001 si avvalse di una nuova tecnica nell'uso degli effetti speciali, supervisionati dallo stesso Kubrick, da cui tutti in seguito, presero spunto. Il senso della misura prevale nella distribuzione dei trucchi fotografici; essa è sobria, cadenzata, non eccessiva, che concede alla pellicola un tono elegante, senza mai precipitare in "pastrocchiate tecnologiche" riscontrabili nei film contemporanei. Le particolarità tecniche che emergono durante la visione (le scarpe calamitate, i movimenti in assenza di gravità, ecc.) derivano delle conoscenze scientifiche di Clarke, il quale oltre ad occuparsi della sceneggiatura contribuisce non poco alla consulenza. Per effettuare alcune riprese fu necessario costruire un set rotante, usato anche per la sequenza del boxing di Frank Poole all'interno del Discovery.
Il dialogo appare scarno, rappresentato più dalla musica (vedi Colonna sonora) che non da frasari e il regista è attento ad ovattarla in una dimensione prioritaria. Durante l'ascolto non esiste traccia di alcun'interferenza sonora (effetti sonori); l'intento, riuscito, è quello di poter accreditare ad una visione globalmente perfetta, una strabiliante fusione di musica e immagini.
Il cast è del tutto trascurabile dal momento che è l'immagine a muoversi e parlare. Qualsiasi attore può recitare al posto di un altro, di conseguenza la loro presenza può essere considerata secondaria. La piccola di sei anni che interpreta la bambina del Dr. Floyd è Vivien Kubrick, figlia del regista.

Alla sua uscita il film fu accolto tiepidamente dalla critica internazionale; non si era abituati, di fatto, ad assistere ad una visione a priori così egocentricamente irrazionale per un film di fantascienza, dove la leggerezza del contenuto da sempre presente in questo genere, si trasforma in un'analisi interiore talmente profonda e complessa da suscitare tematiche di non facile lettura. Questa è sicuramente l'opera con la quale Kubrick si propone come presago di quello che, da qui ad un futuro molto vicino, dovrà realmente accadere: tecnologie, apparecchiature, computer, astronavi orbitanti, lunghi viaggi nello spazio. E la NASA prenderà dal film numerosi spunti per realizzare i moderni veicoli spaziali.






Colonna sonora



Aram Ilyich Khachaturyan György Ligeti Per accordi precisi con Stanley Kubrick, nel 1967, il compositore americano Alex North, conosciuto dal regista ai tempi della lavorazione di Spartacus, scrisse la colonna sonora originale del film; una musica avvolgente, imperiosa nei titoli, per alcuni brani volutamente dai toni dimessi. Lo stesso Kubrick, una volta ascoltatala, ne restò entusiasta, ma non si capirà mai quali furono i reali motivi che spinsero il regista a cestinarla.
Per oltre 25 anni di questa partitura non se ne seppe più nulla. Qualcuno provò addirittura a sostenere che la composizione era frutto della fantasia popolare; North non l'aveva mai composta e di conseguenza, Kubrick aveva le idee ben chiare sin dall'inizio su quale doveva essere lo score musicale del film. Ma nel 1992, è ricomparsa come per incanto e l'anno seguente Elmer Bernstein ne fece un'incisione su disco. Con molta probabilità, il contenzioso nacque quando Kubrick stabilì che nel film, i brani originali dovevano essere intervallati da musica sinfonica di compositori classici. Questo motivo spinse probabilmente Alex North a rinunciare all'impegno; ma rimane una semplice supposizione.

Kubrick scelse personalmente le suite di accompagnamento; voleva una musica maestosa, ma al tempo stesso inquietante. Nessuno poteva dargliela esattamente come voleva lui ed allora il regista si pose un quesito; perchè creare composizioni originali quando la storia è piena di capolavori dei piè grandi musicisti sinfonici? Fu allora che Kubrick si orientò verso le musiche del secolo scorso, scegliendo due brani famosi, Così parlò Zaratustra di Richard Strauss (titoli e sequenza finale) e Sul Bel Danubio Blu di suo figlio Johann (Base orbitante-Luna). Ad ogni modo ciò non bastava; le sequenze tenebrose di contenuto drammatico esigevano un altro genere musicale, molto cupo, addirittura trito. Dopo attenta riflessione la scelta di Kubrick cadde questa volta su due compositori del novecento, il russo Aram Ilyich Khachaturyan con Adagio dal balletto Ghayaneh (Discovery) e il contemporaneo György Ligeti, musicista ungherese poi affermatosi in Austria come continuatore del "movimento d'avanguardia fondato da Karlheinz Stockhausen, con tre brani carichi di un misticismo allucinante; Atmosfera (Cancello delle stelle), Requiem (Monolite) e Luce Eterna (TMA-1). Lo stesso Ligeti, vinse facilmente una causa per risarcimento contro Stanley Kubrick, che utilizzò tre sue composizioni senza chiedere il consenso del compositore; tra l'altro, quella nel finale fu utilizzata con improprie modifiche.
Questo metodo, avvalersi di musica classica come colonna sonora, sarà un trend per Kubrick anche nel futuro. Il regista, difatti, farà uso di questo sistema per commentare musicalmente altri suoi film.
Lo score di 2001: Odissea nello spazio è, e rimarrà per sempre, uno dei cardini dell'immortalità di quest'opera; la ricchezza del suo linguaggio musicale ha operato come assimilatore tra scene e contenuto, altrimenti di non facile percezione.

Info - Discografia
I più importanti CD esistenti sul mercato, sono presenti da altrettanti marchi di qualità: Polydor, MCA, EMI, CBS e Rhino, quest'ultimo uscito nel 2000 e comprensivo di un bonus della registrazione originale tratta dal vecchio LP della MGM, incluso il dialogo di Hall 9000. Discorso già fatto per le musiche di Alex North; CD edito dalla Varese Sarabande, sul mercato dal 2005.


LP Polydor CD Alex North - Varese Sarabande
CD Rhino Records CD CBS CD MCA LP MGM


Original track music: Introduzione - Così parlò Zaratustra - Richard Strauss jr. (1.20)
Original track music: Monolite - Requiem, per soprano e mezzo soprano solista, 2 cori misti e orchestra - György Ligeti (4.20)
Original track music: Base lunare - Avvicinamento - Sul bel Danubio blu - Johann Strauss (4.00 - selezione)
Original track music: TMA-1 - Luce eterna - György Ligeti (4.00 - selezione)
Original track music: Discovery - Adagio balletto Ghayaneh - Aram Khachaturyan (4.00 - selezione)





Foto Gallery


Oltre il poster, la Gallery comprende un'ampia rassegna fotografica commentata, tratta da alcune tra le più importanti sequenze del film.


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Video Clip


Scena chiave



(Il monolite)





Frase celebre



(Hal-9000)




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