IL PONTE SUL FIUME KWAI

The Bridge on the River Kwai - USA-ING - 1957
Columbia Pictures - Horizon Pictures


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Crediti


Regia: David Lean
Produzione: Sam Spiegel
Sceneggiatura: Carl Foreman, Michael Wilson (accreditati nella versione restaurata del 1985)
(dal romanzo Le pont de la rivière Kwai di Pierre Boulle)
Fotografia: Jack Hildyard
Musica: Malcolm Arnold
Montaggio: Peter Taylor
Suono: John Cox, John W. Mitchell, Wiston Raider
Scenografia e Arredamento: Donald M. Ashton
Consulenza storica: Generale L. Perowne
Costumi: Jihn Apperson
Trucco: Stuart Freeborn, George Partleton




Cast


Alec Guinness ................................. Colonnello Nicholson  

William Holden ..................................... Maggiore Shears  

Jack Hawkins ....................................... Maggiore Warden  

Sessue Hayakawa .................................. Colonnello Saito  

James Donald ............................ Ufficiale medico Clipton  

Geoffrey Horne .......................................... Tenente Joyce  

André Morell ........................................ Colonnello Green  

Peter Williams ....................................... Capitano Reeves  

John Boxer ............................................................. David  

Dullea .................................................. Maggiore Hughes  

Percy Herbert ....................................................... Grogan  

Harold Goodwin ..................................................... Baker  

Ann Sears ....................................................... infermiera  

Heihachiro Okawa .......................... Capitano Kanematsu  

Keiichiro Katsumoto ................................. Tenente Miura  

M.R.B. Chakrabandhu ........................ Colonnello Broome  

Vilaiwan Seeboonreaung ....................... ragazza birmana  

Ngamta Suphaphongs ............................ ragazza birmana  

Javanart Punynchoti .............................. ragazza birmana  

Kannikar Dowklee ................................. ragazza birmana  



Dati tecnici e specifici


Genere:
Guerra

Durata del film:
2h, 41 min.

Formato della pellicola:
35mm in Cinemascope - Technicolor

Data di uscita:
2 Ottobre 1957
Restaurazione: 1985

Luoghi delle riprese:
Isola Sry Lanka, al tempo delle riprese Ceylon (esterni e interni)

Sequel:
Il ritorno dal fiume Kwai (Return from the River Kwai 1988, USA di Andrew V. McLaglen)

Video sul mercato:
DVD - lingua italiana
In circolazione il DVD a due dischi in Collector's Edition della Columbia Classics, con ampi contenuti speciali. Esiste anche il singolo della Columbia Tristar; anche questo con extra di notevole fattura.
Dal 2011 disponibile un nuovo DVD edito dalla Sony in Blu-Ray. Due dischi, dei quali uno colmo di extra. Nella confezione, allegato anche un libretto illustrativo.

VHS - lingua italiana
Esistono 2 versioni in VHS; entrambe fuori catalogo ma reperibili attraverso il mercato dell'usato. La prima della RCA/Columbia (1985) in edizione restaurata poi ripresa per le incisioni dei DVD, e quella della Sony Pictures Home Entertainment (1990).







Riconoscimenti artistici


PREMIO OSCAR
Film
Regia
Attore (Alec Guinness)
Sceneggiatura
Colonna sonora
Fotografia
Montaggio

Nomination all´Oscar
Attore non protagonista (Sessue Hayakawa)

GOLDEN GLOBES - USA
premio Film drammatico
premio Regia
premio Attore (Alec Guinness)

BRITISH ACADEMY AWARDS - ING
premio Film in assoluto
premio Film inglese
premio Attore (Alec Guinness)
premio Sceneggiatura

DAVID DI DONATELLO - ITA
premio Produzione straniera

BRITISH SOCIETY OF CINEMATOGRAPHERS - ING
premio Fotografia

DIRECTORS GUILD OF AMERICA - USA
premio Regia e Assistenti

NATIONAL BOARD OF REVIEW - USA
premio Film
premio Regia
premio Attore (Alec Guinness)
premio Attore non protagonista (Sessue Hayakawa)

NATIONAL FILM PRESERVATION BOARD - USA
1985 Migliore restaurazione

NEW YORK FILM CRITICS CIRCLE AWARDS - USA
premio Film

GOLDEN SCREEN - GER
premio Film










Trama



allarga l'immagine Durante la seconda guerra mondiale, un battaglione inglese, comandato dal colonnello Nicholson, è fatto prigioniero in Birmania e mandato come forza lavoro in un campo di concentramento giapponese. Saito, il comandante nipponico, ordina la costruzione di un ponte sopra il fiume Kwai, sul quale dovrà passare la ferrovia e pretende dagli ufficiali, infischiandosene della convenzione di Ginevra, gli stessi obblighi dei soldati semplici. Nicholson si ribella e per questo motivo è segregato in una buca; ma tempo dopo viene liberato dallo stesso Saito, il quale accortosi del ritardo nella costruzione del ponte cede ad ogni richiesta dell'ufficiale britannico. Anzi, si fa convincere da Nicholson ad affidargli la direzione dei lavori. Intanto, il maggiore Shears, americano, fugge dal campo e raggiunge il distaccamento statunitense situato sulle spiagge dell'isola. Il corpo è formato da una squadra di guastatori, Forza 316, comandata dal maggiore Warden, pronta ad entrare in azione per far saltare in aria il ponte appena ultimato dai prigionieri britannici. L'operazione riesce non senza sacrifici di vite umane. Nell'esplosione perdono la vita, oltre un numero considerevole di soldati, anche i due ufficiali.






Recensione



vai alla scheda di David Lean Colosso di guerra, molto artificioso nella messa in scena e in sostanza diseguale da altri film bellici del genere. Costruito in funzione di una storia che tratta l'assurdità della guerra in modo implicito, il lavoro lascia in disparte tutti gli stereotipi tipici dello war-movie - battaglie, azione, ecc. - catalizzando l'attenzione sulla figura dei protagonisti; non più buoni contro cattivi, ma ciò che essi realmente rappresentano, come uomini, di fronte al cataclisma scaturito dalla guerra.
Il film snoda le sue tematiche pacifiste tramite l'analisi cruda dei protagonisti. Il rapporto tra carceriere e prigioniero è il nodo cruciale della pellicola; il dualismo insito nei due ufficiali in formazioni contrapposte ed entrambi ligi al dovere, assume un significato incongruente rispetto alla storia, ma analizza approfonditamente il rigorismo militare e ciò che da esso ne consegue.
Il quadro è ben delineato nell'analisi approfondita dei tre personaggi principali. Il giapponese pronto al suicidio in caso di mancato successo, l'inglese ancorato ad un'imbarazzante situazione di superiorità e per questo pronto a collaborare con il nemico, l'ufficiale americano che considera la guerra una semplice lotta per la sopravvivenza. In pratica, il film non ha nulla di patriottico e tratta la guerra in senso lato, eccezione fatta nel disegno arrogante con il quale è dipinto l'esercito nipponico; l'indice è puntato sulla sprezzante considerazione che il comando giapponese nutre al riguardo delle regole occidentali, al punto da considerare il trattato di Ginevra semplice carta straccia.
La regia fu affidata a David Lean, al primo dei quattro kolossal da lui diretti nell'arco della carriera (Lawrence d'Arabia, Il Dottor Zivago, Passaggio in India), che occupò il posto di Howard Hawsk il quale, scottato dalla terribile esperienza negativa scaturitagli dal peplum La regina delle piramidi (1955), rifiutò l'incarico temendo un altro insuccesso. Anche i due attori principali, Alec Guiness e William Holden sostituirono rispettivamente David Niven e Cary Grant precedentemente contattati dalla produzione. Addirittura William Holden, presago del formidabile successo che il film avrebbe ottenuto, stipulò un contratto senza budget ma solo riferito alla percentuale di profitti ricavati dagli incassi, guadagnando così una somma (un milione di dollari, primo attore nella storia del cinema capace di toccare la soglia del milione) pari a quindici volte superiore di quella percepita dai suoi colleghi.





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Il merito maggiore della riuscita di questo kolossal epico va in ogni caso attribuito al produttore indipendente Sam Spiegel. L'intero film fu realizzato nell'isola di Ceylon, oggi Sri Lanka e Spiegel assecondò in tutto le volontà e i desideri di David Lean. Il regista, con la scena dell'esplosione del ponte, stravolse il finale del romanzo che ne descrive invece il contrario, per testimoniare come il pericolo scaturito dalla cieca obbedienza a qualsiasi codice militare puà rilevarsi come la più tragica delle nefandezze.
Per realizzare il famoso ponte e girare le sequenze annesse, occorsero circa dieci mesi, oltre i due terzi del tempo necessario per il completamento totale del film. Nella giungla dello Sry Lanka furono abbattuti circa duemila alberi per costruire tralicci, pilastri e le fondamenta del ponte; Spiegel diede disposizione affinché fossero costruite tre miglia di ferrovia e fece arrivare direttamente dalla capitale Colombo un locomotore (ormai in disuso) e sei vagoni. Grazie all'aiuto dei tecnici della Chemical Industries, il locomotore fu messo sui binari e fatto saltare in aria con tutto il ponte. Una scena reale della durata di quaranta secondi che richiese, come detto in precedenza, una lavorazione di oltre dieci mesi.

Fu il primo film inglese a vincere l'Oscar per la massima categoria (miglior film) in un totale di sette premi complessivi, compreso quello per la sceneggiatura, impropriamente consegnato allo scrittore del romanzo Pierre Boulle anziché ai due sceneggiatori originali Carl Foreman e Michael Wilson nel frattempo esiliati dai bandi di proscrizione anticomunisti hollywoodiani ed esclusi dagli accrediti. I loro nomi compariranno nella versione restaurata del 1985.

Curiosità:
Notevole 'svista' dei titolisti della pellicola, cui non si pose rimedio neppure nel restauro del 1985. Il nome di Alec Guinness è scritto con una sola 'n' (Guiness) e lo stesso attore, protagonista del film, nel poster ufficiale compare al terzo posto, dopo quello dei non protagonisti William Holden e Jack Hawkins.






Colonna sonora



Malcolm Arnold Una delle poche composizioni per film del musicista inglese Malcolm Arnold. Partitura di notevole successo premiata con l'Oscar, non tanto per la validità del commento, assai accademico, ma per l'arrangiamento di una vecchia marcia militare, Colonel Bogey March, il famoso fischio che accompagna le sequenze dei prigionieri britannici nel campo di concentramento giapponese, musicato nella circostanza da Kenneth Alford e che fece il giro del modo diventando in breve un celebre leit motiv.

Info - Discografia
La colonna sonora del film è incisa su CD, etichetta Columbia e non è nient'altro che l'identica copia di un vecchio disco del 1958, dove il suono è stato rimasterizzato in stereofonia con il processo a 16-bit "Dolby SurroundSound".


CD Columbia


Original track music: Colonel Bogey March (0.43)





Foto Gallery


Oltre il poster, la Gallery comprende un'ampia rassegna fotografica commentata, tratta da alcune tra le più importanti sequenze del film.


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Video Clip


Scena chiave



(Il ponte)





Frase celebre



(Colonnello Nicholson - Maggiore Shears)




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