Yuliya Solntseva,
Igor Ilyinsky,
Nikolai Tsereteli,
Nikolai Batalov,
Vera Orlova,
Valentina Kuindzhi,
Pavel Pol,
Konstantin Eggert,
Yuri Zavadsky,
Aleksandra Peregonets
Sceneggiatura
Aleksei Fajko,
Fyodor Otsep
(dal romanzo di Aleksei Tolstoy)
Fotografia
Emil Schünemann,
Yuri Zhelyabuzhsky
Ingegnere moscovita, pur di fuggire dal contesto familiare divenuto insopportabile, costruisce un'astronave e raggiunge Marte, dominato dalla Regina Aelita. La donna si innamora di lui, ma quando l'uomo scopre che lei è una tiranna, sobilla il popolo alla rivolta, prima di fuggire per far ritorno sulla Terra.
Dall'omonimo romanzo di Aleksej Nikolaevic Tolstoj, pubblicato nel 1922 (in Italia nel 1982), è cinematograficamente considerato il primo kolossal sovietico. Di configurazione parodistica, eclatante e irreale, si propone come film di propaganda allacciato alle logiche rivoluzionarie bolsceviche, ben assimilato nell'effetto realistico di una storia superficialmente assurda, comunque abile nel legare strutture sentimentali a elementi onirici. Esordio di Yuliya Ippolitovna Solntseva, attrice dotata di gran fascino, poi, dalla fine degli anni '30 al 1979 regista in patria con risultati altalenanti. Girato con 2841 metri di pellicola, nel corso dei decenni ha subito numerosi riadattamenti nel montaggio, con durate dissimili fino alla versione restaurata, negli USA, di 111 minuti.