L'ALBA DEL GIORNO DOPO
The Day After Tomorrow - Fantascienza - USA - 2004 - Centropolis Entertainment
Regia
Roland Emmerich
Cast
Dennis Quaid, Jake Gyllenhaal, Emmy Rossum, Sela Ward, Arjay Smith, Tamlyn Tomita, Austin Nichols
Sceneggiatura
Roland Emmerich, Jeffrey Nachmanoff (da una storia di Roland Emmerich)
Musica
Harald Kloser
Fotografia
Anna Foerster, Ueli Steiger
A causa dell'effetto serra e del progressivo inquinamento atmosferico, gli Stati Uniti, nel giro di cinque giorni, tornano all'era glaciale. Uno scienziato tenta l'impresa di recuperare il figlio, disperso tra i ghiacci.
Dopo Independence Day - il più orribile kolossal sfornato da Hollywood nell'ultimo decennio - Ronald Emmerich torna al catastrofico, con un film utopista e privo di sostanza, ma capace, al solito, di tenere desta l'attenzione grazie al ritmo infernale giocato sulle punte degli effetti speciali e situazioni apocalittiche di contingenza. Non c'è fantascienza ma semi-realtà; l'illusorio avvertimento sulla manovrabilità umana del pianeta sfocia presto nel patetico, attraverso la falsificazione della concretezza - nessuno scienziato al mondo può accettare l'eventualità di una scossa tellurica del 10,5° grado della scala Ritcher - quindi, l'idea iniziale per nulla malvagia (denuncia dei cataclismi che nel futuro potrebbero abbattersi sul pianeta a causa dell'effetto serra), si sviluppa e progressivamente si attorciglia negli stereotipi delle convenzioni, del sensazionalismo, della spettacolarità gratuita. Il film, ha fatto incavolare il presidente Bush e il governatore Shwarzenegger non tanto per la tematica spinta all'eccesso, ma soprattutto per i riferimenti di fattura politica illustrati in je accuse nei confronti del potere. Emmerich, in chiave istrionica, punzecchia il governo USA e in tre circostanze lo mette con le spalle al muro: 1) Il presidente che s'inginocchia al Messico affinché apra i suoi confini per ospitare gli americani in fuga; gli stessi che da sempre hanno sbattuto le porte in faccia ai messicani in cerca di lavoro. 2) Il chiaro riferimento al vice Dick Cheney, molto simile anche nell'aspetto, il quale da ex imprenditore petrolifero macina indifferenza verso i problemi ambientali. 3) Lo stesso presidente intrappolato con l'auto tra i ghiacciai, quindi vittima della sua stessa politica. E almeno per questo, pur in un contesto esacerbato, lievemente ipocrita e con un cast senza vita, ha dalla sua una certa positività. Uscita contemporanea in tutto il mondo e, in Italia, cambio della guardia al vertice del box-office con Troy, in caduta libera dopo solo 5 giorni di programmazione. Ma non c'è da stare allegri; molto probabilmente anche The Day After Tomorrow resterà a galla una settimana circa, almeno fin quando non uscirà Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, che lo farà sparire definitivamente dalla circolazione.