L'ALBERO DELLA VITA
The Fountain - Fantascienza - USA - 2006 - Warner Bros. Pictures
Regia
Darren Aronofsky
Cast
Hugh Jackman,
Rachel Weisz,
Ellen Burstyn,
Mark Margolis,
Stephen McHattie,
Fernando Hernandez,
Cliff Curtis,
Sean Patrick Thomas,
Donna Murphy,
Ethan Suplee
Sceneggiatura
Darren Aronofsky
(dal soggetto di Darren Aronofsky e Ari Handel)
Musica
Clint Mansell
Fotografia
Matthew Libatique
Premi
Festiva di Venezia Miglior regista straniero (Leone D'Oro - nomination)
Nel 1600, durante la Santa Inquisizione, nobile spagnolo tenta di salvare la sua donna da morte certa attraverso l'albero della vita (fontana della giovinezza) che dona l'eternità a chi beve il suo liquido. In epoca contemporanea, scienziato cerca di strappare la moglie dal cancro conclamato servendosi del succo della pianta prodigiosa. Nel 26esimo secolo, cosmonauta, sempre in soccorso alla sua amata, parte per una lontanissima galassia dove trova spiegazioni sulla coscienza e l'interpretazione della vita.
Dramma fanta-ontologico legato a tre episodi dominati dallo spazio temporale e ad un solo protagonista intento a domare la morte in virtù dell'amore. Idea geniale in un fantasy originale colmo di metafore, guidato dal senso tattico dell'esposizione ma virtualmente aggrovigliato in una direttrice narrativa abbastanza complessa se non addirittura confusa. Aronofsky parte bene, poi si fa prendere la mano e, in veste metafisica, elabora l'antitesi tra credenze popolari, misticismo pagano, elaborazioni bibliche, in eccessivo accento su tutto ciò che può apparire emozionabile e passionale, con in primo piano la realtà della morte, unica certezza della vita, passo inevitabile per il ricongiungimento all'eternità senza ausilio di balzelli terreni. Costruito in forme barocche, è un film interessante da cui però è difficile trovarne il senso, se non quello identificato nell'estasi interiore e nell'indicizzazione di epoche lontane tra loro ma, di fatto, identiche. Hugh Jackman e Rachel Weisz sostituiscono Brad Pitt e Cate Blanchett. Lavorazione infinita e presentazione nelle sale con 3 anni di ritardo. Ha spaccato in due la critica.