Nella Russia zarista di Alessandro III Romanov, giovane americana si innamora di un cadetto della guardia e allo stesso tempo cerca di ingraziarsi un generale per aiutare l'inventore di una macchina a vapore, che sega gli alberi, a piazzare il brevetto.
Sontuosa rievocazione psuedo-storica in costume sul mito della Grande Russia dominata dallo zarismo. Film patriottico e nazionalista, un trattato epico-politico sulla necessità del risveglio delle coscienze a fronte del bisogno di resurrezione degli antichi modelli e valori piegati nel contemporaneo da corruzione, miseria, perdita di ideali. Il sunto è in una contrastata storiella d'amore che fa da sfondo a scenari grandiosi dipinti da ampi spazi, movimento di masse, ricostruzioni scenografiche di buon valore, costumi scintillanti, foreste siberiane. Articolati movimenti delle cineprese e ritmo di montaggio fanno il resto. Due pagine notevoli: il giuramento dei cadetti e la pagina finale della Siberia. Buono il cast, con ottime prove di Julia Ormond e Richard Harris, ma il migliore è Vladimir Ilyin nel ruolo del Capitano Mokin. Accettato dal pubblico ma disprezzato dalla critica politicizzata. Dura tre ore.