BLACK BOOK
Zwartboek - Guerra - OLA/GER/BEL - 2006 - Hector BV/Motel Films/Hocus Focus Films



  • Regia
    Paul Verhoeven
  • Cast
    Carice van Houten, Sebastian Koch, Thom Hoffman, Halina Reijn, Waldemar Kobus, Derek de Lint, Johnny de Mol, Garrick Hagon, Christian Berkel
  • Sceneggiatura
    Paul Verhoeven, Gerard Soeteman
  • Musica
    Anne Dudley
  • Fotografia
    Karl Walter Lindenlaub
  • Premi
    Festival di Venezia
    Nomination al Leone d'oro per Paul Verhoeven, vincitore del premio speciale della giuria

  • Odissea di Rachel Stein, ebrea tedesca scampata al massacro della sua famiglia da parte dei nazisti e riparata in Olanda dal 1944 alla liberazione. La giovane, clandestina nella resistenza locale, si infiltra nell'alto comando della Wermacht, ma finisce con l'innamorarsi del capitano, a sua volta fucilato per aver tentato una mediazione col nemico.
    Dopo aver abbandonato, si sussurra per sempre, il cinema americano, Paul Verhoeven, rientra nella sua Olanda e realizza un film di guerra tratto da un episodio realmente accaduto, anche se mai ufficializzato. Per nulla hollywoodiano, è un film storico di 2 ore e 25 minuti, che scorre lineare e preciso nel dettaglio narrativo. Raccontato in retrospettiva, attraverso una suggestiva ambientazione con rimandi a un velato sentimentalismo del tempo passato. Anche l'azione non è affine allo spettacolarismo del genere bellico, ma presente solo quando il caso lo richiede. Verhoeven, autore ambiguo ma efficace, concentra la storia illustrandola in un percorso da melodramma, per poi concedersi, nei cambi di situazione, ad un autentico stile thriller. Ciò che preme al regista è valorizzare due tematiche fondamentali: il doppiogiochismo, che è poi inganno e la menzogna, come arma per salvarsi la vita. Argomentazioni molto ben delineate, grazie a personaggi perfetti e singolarmente tracciati nella propria dimensione individuale. Geniale ma non originale (già attuata in Spartacus, 1960), l'idea di far interpretare ad attori olandesi personaggi della resistenza e quelli tedeschi ruoli di nazisti. Al di là della superba messa in scena, il regista olandese non può sottrarsi all'oleografia escrementizia, tipica nella sua concezione filmica e presente in molti lavori americani; da Amore e sangue a Robocop, da Basic Instinct a Starship Troopers. Qui, è la tazza del cesso a primeggiare in diverse scene; compare e scompare per poi riapparire nuovamente e con impeto, da vera attrice non protagonista. La pregevole ceramica riceve doni continui: un ricco conato di vomito gialloverde ripreso in primissimo piano, la pipì di un panzone nazista completamente nudo, la doppia defecazione di due belle ragazze. Naturalmente, in queste sequenze da antologia del ripugnante, il tiraggio della catena diventa un vero e proprio optional. Il nauseabondo è chiuso dalla scena madre, quando un enorme pentolone colmo di freschissima diarrea è fatto rovesciare dal tetto sulla testa della prigioniera, ovviamente nuda. Verhoeven è anche questo.

    *****



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    Original track music
    Ricordi
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    Il dubbio
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    Scena chiave
    (Il massacro)


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