LA CITTÀ PERDUTA
La cité des enfants perdus - Fantasy - FRA/GER/SPA - 1995 - CNC/Eurimages/Canal+/Tele-München



  • Regia
    Marc Caro e Jean-Pierre Jeunet
  • Cast
    Ron Perlman, Daniel Emilfork, Judith Vittet, Dominique Pinon, Jean-Claude Dreyfus, Geneviève Brunet, Odile Mallet, Mireille Mossé, Serge Merlin, Rufus, Ticky Holgado, Joseph Lucien, Mapi Galán, Briac Barthelemy, Pierre-Quentin Faesch, Alexis Pivot
  • Sceneggiatura
    Marc Caro, Jean-Pierre Jeunet, Gilles Adrien, Guillaume Laurant
  • Musica
    Angelo Badalamenti
  • Fotografia
    Darius Khondji
  • Premi
    César
    Premio: Scenografia - Nomination: Musica, Fotografia, Costumi
    Festival di Cannes
    Nomination alla Palma d'oro: Regia

  • In un mondo ormai in decadenza, scienziato pazzoide che vive su una piattaforma petrolifera, tramite un congegno riesce a trapiantare il cervello dei bambini in quello di farabutti ciechi, per acquisire, attraverso degli occhi artificiali, i loro sogni. Una bambina e un gigante suo alleato tentano di sconfiggerlo.
    Presentato inizialmente con il titolo tradotto dall'originale ('La città dei bambini perduti'), poi modificato in questo, è un fiabesco film europeo diretto dalla stessa coppia di registi autori nel 1991 di un'altro fantasy, Delicatessen. Molto stravagante, sulla stessa lunghezza d'onda del precedente, attraverso cubiche scenografie medievali fatte di ruggine, anfratti cavernosi, turbinio di acque melense. Vuole essere una metafora su un mondo ormai dominato dalla materia, che ha trasformato l'uomo in un rottame vivente; e da tale universo solo i bambini ne escono intatti, grazie alla loro primordiale purezza. Quindi, espressione figurata del male in lotta con se stesso, posta in evidenza grazie all'artificio tecnico delle inquadrature, degli effetti speciali, dei costumi; tutto presente in ogni angolo di una ricreazione ambientale che sfiora i modelli della pittura dark. Kolossal alla francese, nella scia tradizionale di tutto il cinema d'oltralpe, di conseguenza lento e a tratti farraginoso. Tralasciando la discutibile impostazione estetica, l'incongruenza maggiore deriva dal suo assetto specifico: film fantasy, quindi adatto al popolo dei fanciulli; ma bisognerebbe capire fino a quale punto le immagini che scorrono possano far bene ad un bambino.

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    Kolossal a confronto - Made in Italy - 2002