Prima avversari, poi amici, poi nuovamente avversari, infine amici per la pelle, Ercole e Sansone si alleano contro la malvagia Dalila, filistea che opprime il popolo ebraico.
A partire dagli anni '60, in virtù di un crescente populismo, un certo cinema italiano, dalla prima apparizione di Steve Reeves, impone nel filone peplum il mito del culturismo e dei fisici maggiorati, con attori prelevati da palestre e banchine dei porti. Ercole sfida Sansone, è l'esempio lampante della nuova corrente cinematografica, realizzato in totale confusione (storia, religione, amori e botte da orbi) e nel segno del titolo sbagliato, nel film c'è anche Ulisse (interpretato da Enzo Cerusico). Filmetto greve che poi è una specie di rifacimento di un altro filmaccio dell'anno precedente, Ercole, Sansone, Maciste e Ursus, gli invincibili , di Giorgio Capitani, al quale Pietro Francisci rifà il verso, servendosi dei nuovi adepti, Kirk Morris (Adriano Bellini) e il forzuto iraniano Iloosh Khoshabe, entrambi già presenti in vari 'sandaloni' di inizio decennio. Tutto si muove in un oceano di cartapesta e nel segno di micidiali strette all'osso del collo, per una storiella ai limiti dell'infantilismo regressivo. La scena della foca, ingrandita con lo zoom per farla passare come un mostro marino, è talmente assurda da far ridere le platee.