KING ARTHUR - IL POTERE DELLA SPADA
King Arthur: Legend of the Sword - Avventura - USA - 2017 - Warner Bros.-Village Roadshow-Weed Road-Safehouse Pictures-Wigram Productions



  • Regia
    Guy Ritchie
  • Cast
    Charlie Hunnam, Astrid Bergès-Frisbey, Jude Law, Djimon Hounsou, Eric Bana, Aidan Gillen, Freddie Fox, Craig McGinlay, Tom Wu, Kingsley Ben-Adir, Neil Maskell, Annabelle Wallis, Zac Barker, Oliver Zac Barker, Geoff Bell, Poppy Delevingne, Millie Brady, Nicola Wren, Wil Coban, Bleu Landau, Jacqui Ainsley, Lorraine Bruc, Georgina Campbell, Rob Knighton, Michael Hadley, David Beckham, Katie McGrath
  • Sceneggiatura
    Guy Ritchie, Joby Harold, Lionel Wigram
    (dal soggetto di Joby Harold e David Dobkin)
  • Musica
    Daniel Pemberton
  • Fotografia
    John Mathieson

  • A seguito dell'assassinio della madre e di suo padre, legittimo sovrano d'Inghilterra, ad opera dello zio Vortigern che gli usurpa il trono, il piccolo Artù si aggira tra le strade di Londra senza conoscere la propria identità. Ormai adulto, estrae la spada dalla roccia; comprende di essere il prescelto e dopo aver riunito il popolo oppresso si scaglia contro il tiranno.
    Vagamente ispirato a "La morte di Artù" ("Le Morte d'Arthur", del 1485) di Thomas Mallory, titolo del testo escluso dagli accrediti, svogliatamente sbirciato da regista e sceneggiatori, è, o dovrebbe essere, il primo di sei film annunciati dalla Warner Bros. sulla figura di King Arthur e del suo contorno. Scellerata rivisitazione sul mito della pił famosa leggenda bretone, realizzata dal fin troppo osannato regista Guy Ritchie, anche produttore assieme a una dozzina di elementi e autore dello script tracciato in collaborazione di altri tre sceneggiatori. Blockbuster ad azione continua, filmato in stretta relazione di altri generi, dove epica e fantasy si fondono con horror, cinema bellico di resistenza e thriller urbano. La storia, arcinota, ormai triturata da decenni di riproposizioni, si aggomitola nell'invenzione riciclata, ad uso di riferimenti letterari, teologici e cinematografici, per un film dalla trama disordinata, che toglie di mezzo personaggi chiave della vicenda, verosimilmente presenti nei futuri sequel. I vuoti narrativi appaiono evidenti e per riempire le oltre due ore di nulla, c'è la trovata di Artù bambino che cresce e ne combina di tutti i colori. Poi, dopo Excalibur, si pigia forte sull'acceleratore dell'abominio, con prove di forza e battaglie, dove spuntano fuori immensi elefanti, grandi quanto un centro commerciale, accompagnati da serpentoni lunghi un chilometro. Velo pietoso sul cast, in parte composto da nomi noti, sugli effetti speciali, orribili e sulla regia, indifendibile. Cosa si potrà mai aggiungere a questo povero re Artù, ridotto a burattino da esposizione e cosa potranno ancora inventarsi nei prossimi successivi cinque film, rimane veramente un mistero.

    *****



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    (La spada nella roccia)


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