LA LEGGENDA DI BEOWULF
Beowulf - Fantasy - USA - 2007 - Warner Bros./Paramount



  • Regia
    Robert Zemeckis
  • Cast
    Ray Winstone, Anthony Hopkins, John Malkovich, Angelina Jolie, Robin Wright Penn, Brendan Gleeson, Crispin Glover, Alison Lohman, Richard Burns, Chris Coppola
  • Sceneggiatura
    Neil Gaiman, Roger Avary
    (dal romanzo epico del VII secolo di autore ignoto)
  • Musica
    Alan Silvestri
  • Fotografia
    Robert Presley

  • L'eroe scandinavo Beowulf decide di liberare il re di Danimarca dalle grinfie di Grendel, essere mostruoso che terrorizza e uccide gli abitanti del contado. Uccide il sanguinario, ma la madre del mostro, non meno crudele del figlio, vuole vendetta.
    Dopo Beowulf (1999) con Christopher Lambert e Beowulf & Grentel (2005) con Gerard Butler, entrambi inediti nella sale italiane ma ugualmente distribuiti in DVD, terza versione del film tratta da un poema epico nordico di autore ignoto, probabilmente datato VII secolo D. C. e tradotto originariamente dalla lingua arcaico-germanica. Dpo il primo episodio, deleterio e il secondo, godibile, qui c'è tutto e il contrario di tutto ciò che riguardi il cinema, sia inteso nella forma d'intrattenimento fantasy, che in quella aggressivamente triturata nell'aspetto tradizionale che le compete. Operazione tecnologica realizzata al computer per ricreare effetti digitali tramite il 'performance capture', tecnica usata per smaterializzare i personaggi rendendoli in una sorta di double face, valida per il cinema d'animazione. Film a doppia identità - reale e cartoon - che non dice nulla di nuovo sul fronte dell'eterna lotta tra Bene e Male, ma fa vedere - e molto - tutto il repertorio nauseabondo del sottomercato cinematografico. Per cui, il lentissimo andamento di questo videogioco si adagia sul fondo permanente della violenza, attraverso sequenze di carni triturate, esofagi squartati, gole tagliate, esseri deformi, mostri di ogni genere, rapporti sessuali contronatura e, a seguire, tutto il bagaglio dell'escrementizio. Oltre il vedere c'è anche il dire: ogni aspetto sgradevole che posa sul ripugnante è qui controvertilo e innalzato a verità; quindi il Male è giustificato come irrinunciabile potenza generatrice dell'uomo e la menzogna è lodevole, perché sempre dettata a fin di bene per la comunità. L'epica, tradotta nel vero senso del termine, è calpestata da disegni beceri che innalzano l'eroismo attraverso la disomogeneità della propria materia. Il cast, di gran nomi, in sostanza non esiste, tanto è irriconoscibile la loro veste e inespressivo il movimento. Da aggiungere il più incredibile dei controsensi: un film fantasy sconsigliato ai ragazzi.

    *****



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