HEART OF THE SEA - LE ORIGINI DI MOBY DICK
In the Heart of the Sea - Avventura - USA - 2015 - Warner Bros./Imagine Entertainment/Cott Productions/Roth Films/Spring Creek/Village Roadshow



  • Regia
    Ron Howard
  • Cast
    Chris Hemsworth, Tom Holland, Ben Whishaw, Cillian Murphy, Charlotte Riley, Brendan Gleeson, Frank Dillane, Benjamin Walker, Paul Anderson, Michelle Fairley, Joseph Mawle, Jordi Mollà, Donald Sumpter, Sam Keeley, Jamie Sives, Andrew Crayford, Claudia Newman, Daniel Westwood, Osy Ikhile, Edward Ashley, Hayley Joanne, Gary Beadle, Brooke Dimmock, Morgan Chetcuti, Andy Wareham
  • Sceneggiatura
    Charles Leavitt
    (dal romanzo di Nathaniel Philbrick e dal soggetto di Charles Leavitt, Rick Jaffa, Amanda Silver)
  • Musica
    Roque Baños
  • Fotografia
    Anthony Dod Mantle

  • Come, nel 1820, a Sud dell'Oceano Pacifico, la baleniera Essex fu attaccata e affondata da un enorme capodoglio.
    Film ricavato dal romanzo "In the Heart of the Sea: The Tragedy of the Whaleship Essex" di Nathaniel Philbrick pubblicato nel 2000 (in Italia nel 2003 con titolo "Il cuore dell'oceano - Il naufragio della baleniera Essex"), stabilito sulla vera storia della baleniera Essex, disgrazia che ispirò Herman Melville per il famoso romanzo "Moby Dick" (1851). Ron Howard, regista specializzato in film tratti da storie realmente accadute, non all'altezza di tradurre in immagini un testo così complesso, preferisce le vie brevi e una volta preso in mano il libro di Philbrick si getta nel cronachismo letterario, tra l'altro con resoconti inventati (Herman Melville non mise mai piede a bordo della Essex) e fabbrica un semi-prequel che si distingue come ibrido resoconto di una tragedia consumata nel segno del destino. Le tematiche a riguardo della ricerca interiore dell'essere umano poste da interrogativi sulla soprannaturalità e sul pericolo messo come ostacolo, da combattere e annientare, appaiono sfumate o fumose, special modo se i dialoghi tra i vari soggetti si mostrano scialbi, ripetuti, al passo coi tempi contemporanei, quindi inutili. Le conseguenze scaturite sull'individuo, causate dall'aggressione della balena, si intuiscono soltanto prima di perdersi nell'acqua. Questa imitazione a scartamento ridotto di
    King Kong, Lo squalo e L'orca assassina prova a far emergere i concetti di rivolta e vendetta che l'animale sprigiona contro gli attacchi portati dall'uomo e, in accompagnamento, usa il tono spettacolare, comunque circoscritto alle scene d'azione e riprese dall'alto, appoggiate da effetti speciali digitali spesso inefficaci. Il cast fa la sua parte per quello che può, sufficiente soltanto in rari personaggi. La cronaca, tanto per non privarsi di nulla, punta forte sul convenzionalismo narrativo, fatto nel segno dell'immancabile dissidio tra ufficiale e capitano, dai morsi della fame, isolamento, paura progressiva, abbandono della nave, sconfitta e rientro alla base. Nulla da spartire con il precedente Moby Dick, la balena bianca (1956), di John Huston con Gregory Peck, vero assunto filosofico.

    *****



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    (Abbandono della nave)


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