ORIZZONTI DI GLORIA
Paths of Glory - Guerra - USA - 1957 - Bryna Productions



  • Regia
    Stanley Kubrick
  • Cast
    Kirk Douglas, Ralph Meeker, Adolphe Menjou, George Macready, Joseph Turkel, Richard Anderson, Timothy Carey, Wayne Morris
  • Sceneggiatura
    Stanley Kubrick, Calder Willingham, Jim Thompson
    (dal romanzo di Humphrey Cobb)
  • Musica
    Gerald Fried
  • Fotografia
    Georg Krause
  • Premi
    Nastro d'Argento
    Miglior regista straniero

  • Durante la Grande Guerra, battaglione del 701º reggimento dell'esercito francese rifiuta in blocco di eseguire un ordine suicida impartito da un vanaglorioso generale. Tre soldati, tirati a sorte, finiscono sotto processo con l'accusa di codardia di fronte al nemico e, dopo un processo burla finiscono davanti al plotone d'esecuzione, nonostante il colonnello della compagnia tenti di salvarli fino all'ultimo istante.
    È una lezione di classe. Un vero capolavoro del cinema antimilitarista e pacifista, nel quale Kubrick profonde al massimo il senso interiore della sua filosofia regalando, in uno squarcio d'estro geniale, un film che misura l'astrazione ideologica con l'estensione dell'espressionismo cinematografico. La sorprendente razionalità che ne deriva, è frutto di una pianificazione tra valori sociali scaturiti da due ambienti sincroni ma diseguali, che riflettono l'identica faccia della stessa medaglia: da una parte è smascherata l'incapacità strategica dei comandanti, sadici e superbi ma inabili nel programmare i piani di guerra. Dall'altra, quelli che la guerra la fanno realmente: i soldati al fronte, che le mosse strategiche le conoscono realmente e sulla propria pelle. In questo virtuoso resoconto bellico ne esce fuori, ridimensionata, se non annientata, la figura del generale, eroe di concetto ma in sostanza solo figlio dell'ambizione. Da considerare due aspetti: 1) lo stile di ripresa lungo il fronte trincerato; un girotondo fatto a spalla, in movimento e ad uso topico della carrellata, di sorprendente realismo. 2) Gli "alloggi" principeschi dei comandanti della guerra e il luogo dove si svolge il processo, un'ampia sala decorata a stucco, con quadri e statue d'autore. Il significato appare evidente e pone l'accento sulla forza del potere, in un chiaro distinguo tra chi tiene le redini e chi è costretto a galoppare. Il film non andò giù ai francesi; la censura intervenne pesantemente e la famosa frase "La Francia può sacrificare i suoi figli tirandoli a sorte per dare l'esempio e rafforzare il coraggio" posta in bocca a un generale, li fece talmente infuriare, che misero la pellicola al bando per diciotto anni e la Svizzera, anch'essa offesa (?!) ne seguì l'esempio.

    *****



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    Marsigliese
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