Rouben Mamoulian
Anna Sten, Fredric March, Jane Baxter, C. Aubrey Smith, Sam Jaffe, Ethel Griffies, Gwendolyn Logan, Sheila Darcy, Jessie Ralph, Leonid Kinskey, Dale Fuller, Morgan Wallace, Crauford Kent, Cecil Cunningham
Maxwell Anderson, Preston Sturges, Leonard Praskins
(dal romanzo di Leone Tolstoi)
Alfred Newman
Gregg Toland
Allevato in un podere del contado, ufficiale russo divenuto adulto, seduce e ingravida una cameriera del posto che poi abbandona. Il bimbo, morto appena nato, fa sprofondare la madre in uno squallore di vita che la porta a prostituirsi. Arrestata e ingiustamente condannata ai lavori forzati in Siberia, ritrova l'uomo un tempo amato, il quale, in preda al rimorso, vende tutti i suoi beni e la segue nella deportazione.
Dall'ultimo romanzo di Leone Tolstoi, ´Resurrezione´ (1899, ´Voskresenie´), che diede al cinema ben diciotto versioni, oltre due teatrali; tra le più note, la prima, russa del 1909, cui seguirono quella americana di David W. Griffith del 1910, tre italiane, 1917, 1944, 1958, l'hollywoodiano Resurrection (1931) di Edwin Carewe che precedentemente girò un'edizione muta nel 1927, ancora Italia con lo sceneggiato televisivo in sei puntate del 1966 e un tv-movie, 2011, di Paolo e Vittorio Taviani. Questo, interpretato con giusta misura da Fredric March e da Anna Sten, attrice russa adatta al ruolo soprattutto per via della lingua ma con poca fortuna nel cinema statunitense, è probabilmente il migliore adattamento ricavato dal classico dello scrittore russo. Passionale e di ambientazione agreste, riesce a trasmettere bene il tema della redenzione attraverso quei toni drammatici che la storia richiede, con una narrazione che scorre fluida, malgrado l'accorciamento del finale, non voluto dal regista Rouben Mamoulian, ma imposto dal produttore Samuel Goldwyn, che chiamò tre sceneggiatori extra (Thornton Wilder, Talbot Jennings e Paul Green) per modificare lo script nella parte conclusiva. Riedizione americana nel 1944, con titolo originale del romanzo di Tolstoi, Resurrection, in sostituzione di We Live Again, considerato a posteriori eccessivamente strumentale.
Original track music
Titoli
1.00
(Processione)
