Peter Weller, Nancy Allen, Dan O'Herlihy, Belinda Bauer, Tom Noonan, Gabriel Damon, Robert Doqui, Patricia Charbonneau, Galyn Görg, Angie Bolling, Willard E. Pugh, Dan O'Herlihy, Wayne Dehart
Sceneggiatura
Frank Miller e
Walon Green
(dal soggetto di Frank Miller)
Musica
Leonard Rosenman
Fotografia
Mark Irwin
A Detroit, organizzazione legale controlla il traffico di una nuova micidiale droga. Robocop cerca di impedire il dilagarsi della criminalità, ma contro di lui si getta un nuovo cyborg, più grande e molto cattivo. Duello finale.
Il mediocre Irvin Kershner sostituisce Paul Verhoeven buttandosi sul costante utilizzo della tecnica digitale che non risparmia allo spettatore palate di effetti visivi e sequenze pressoché continue di violenza volontaria. Di cattivo gusto, non c'è forma come nel primo film, tanto meno una sintassi di fondo che porti a manifestare il danno di un progresso incontrollato, vero artefice dell'autodistruzione. Praticamente è una sorta di lotta continua tra buoni e cattivi dominata dall'eccesso e dal metallico. Humour assente, sostituito dalla comica involontaria. Seguito nel 1993 con Robocop 3, ancora più stupido di questo, e da una cretinissima serie televisiva l'anno dopo.