SEI ORE DI PERMESSO
Urlaub auf Ehrenwort - Drammatico - GER - 1938 - UFA



  • Regia
    Karl Ritter
  • Cast
    Ingeborg Theek, Iwa Wanja, Rolf Möbius, Fritz Kampers, Berta Drews, Lotte Werkmeister, Käthe Haack, Margot Erbst, Ruth Störmer, Ilse Fürstenberg, Christine Grabe, Evi Eva, Elisabeth Wendt, René Deltgen, Heinz Welzel, Carl Raddatz, Ludwig Schmitz, Kurt Waitzmann, Wilhelm König, Franz Weber, Jakob Sinn, Willi Rose, Hans Reinhard Knitsch, Heinrich Schroth, Ewald Wenck, Otto Graf, Josef Dahmen, Herbert Weissbach, Herbert Gernot, Otz Tollen, Hadrian Maria Netto, Eduard Bornträger, Fritz Klaudius, Heinz Förster-Ludwig, Beppo Brem, Walter Schramm-Duncker, Charlie Kracker, Gustav Mahncke, Karl Wagner
  • Sceneggiatura
    Charles Klein, Felix Lützkendorf
    (dal romanzo di Kilian Koll e dal soggetto di Charles Klein e Walter Bloem)
  • Musica
    Ernst Erich Buder
  • Fotografia
    Günther Anders
  • Premi
    Festival di Venezia
    Regia (Premio speciale della giuria) - Film (Coppa Mussolini, nomination)

  • Durante la Prima Guerra Mondiale, colonna di soldati tedeschi fa tappa a Berlino e il comandante concede agli uomini, quasi tutti berlinesi, sei ore di permesso. Ma il superiore, con questa iniziativa personale rischia di finire sotto corte marziale, se alla scadenza uno soltanto dei soldati non dovesse presentarsi all'appello. Come da orario stabilito, rientrano tutti.
    Ci sono 102 attori accreditati in questa semicommedia in stile dramma di guerra, tratto dal romanzo 'Urlaub auf Ehrenwort - Geschichten um den Krieg' del 1937 di Kilian Koll, pseudonimo di Walter Julius Bloem, ufficiale delle SS, già decorato per eroismo durante la Prima Guerra Mondiale, come il regista Karl Ritter, anch'egli eroe di guerra poi raffinato documentarista militare e direttore di celebri film per la UFA durante l'era nazionalsocialista. Film gradevole, articolato a scomparti che seguono vicende intime o familiari dei soldati impegnati al fronte bellico, i quali sfruttano la breve licenza per riabbracciare i propri cari. Ricco di metafore, con due importanti simbolismi: il treno, indice della lontananza che divide gli affetti e l'orologio, emblema del dovere dal quale non si può sfuggire. È tra i rari film tedeschi dove il regime se ne stette in disparte, senza intervenire. Rifatto nel 1955, inedito in Italia, da Wolfgang Liebeneiner con gli stessi sceneggiatori, anche questo di buon livello.

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