IL TRONO DI SANGUE
Kumonosu-jô - Drammatico - GIAPPONE - 1957 - Toho Company/Kurosawa Production Company



  • Regia
    Akira Kurosawa
  • Cast
    Toshirô Mifune, Isuzu Yamada, Takashi Shimura, Akira Kubo, Hiroshi Tachikawa, Minoru Chiaki, Takamaru Sasaki, Gen Shimizu Kichijirô Ueda, Eiko Miyoshi, Chieko Naniwa, Nakajirô Tomita, Yû Fujiki, Sachio Sakai, Shin Ôtomo, Yoshio Tsuchiya, Yoshio Inaba, Takeo Oikawa, Akira Tani, Ikio Sawamura, Yutaka Sada, Seijirô Onda, Shinpei Takagi, Masao Masuda, Nobuo Nakamura
  • Sceneggiatura
    Akira Kurosawa, Hideo Oguni, Shinobu Hashimoto, Ryûzô Kikushima
    (dalla tragedia di William Shakespeare)
  • Musica
    Masaru Satô
  • Fotografia
    Asakazu Nakai
  • Premi
    FESTIVAL DI VENEZIA
    Film (nomination al Leone d'Oro)

  • Nel XVI secolo, in Giappone, durante una cruenta guerra civile per la conquista del potere, una veggente prevede a un nobile guerriero invincibilità e potenza incontrastata, almeno fin quando la foresta si muoverà verso di lui. Piegando il popolo al suo volere e attraverso stragi e tirannia, l'uomo, sospinto dalla moglie, diventa assoluto dominatore, ma la profezia si avvera. Quando l'esercito nemico si avvicina al suo regno mimetizzandosi tra i rami degli alberi, per lui è la fine.
    Sontuosa e impareggiabile ricostruzione del ´Macbeth´ (1606) di William Shakespeare, ambientato dal grande Akira Kurosawa nel Giappone medievale, in un film ricco di metafore e simbolismi, poco parlato ma copioso nello straordinario preziosismo di immagini che sostituiscono i dialoghi. Agitato e violento, maestoso nel disegno strutturale dei personaggi e degli ambienti, con solenne richiamo agli effetti devastatori, scaturiti dalla folle bramosia del potere. Gli accenti filosofici di Kurosawa, che in parte richiamano il tradizionalismo del suo paese, appaiono in numerose scene, al pari delle invenzioni registiche d'alta scuola: dal volume delle masse che improvvisamente appaiono per poi svanire, al terrore provocato dagli avvicinamenti degli eserciti, al nebbioso apparire delle figure primeggiati, elementi inquietanti di presagi funesti. Come nella maggior parte dei film di Kurosawa, la pioggia ha un ruolo rilevante nella scenografia, in particolare qui, nelle sequenze della foresta. Di straordinario effetto il finale, dove il despota muore colpito delle frecce. Cast lodevole, perfetto nell'assecondare la recitazione allo stile del teatro Nô (costumi compresi), con immense interpretazioni di Toshirô Mifune, uomo di ferro dilaniato dal dubbio e, soprattutto, di Isuzu Yamada, viso freddo e malvagio come il suo ruolo di donna sfrenatamente ambiziosa.

    *****



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