James Clavell
Michael Caine, Omar Sharif, Florinda Bolkan, Nigel Davenport, Per Oscarsson, Arthur O'Connell, Madeleine Hinde, Yorgo Voyagis, Miguel Alejandro, Christian Roberts, Brian Blessed, Ian Hogg, Michael Gothard, George Innes, John Hallam, Frazer Hines, Leon Lissek, Jack Shepherd, Vladek Sheybal, Mike Douglas
James Clavell
(dal romanzo di J.B. Pick)
John Barry
Norman Warwick, John Wilcox
Nel diciassettesimo secolo in Germania, durante la Guerra dei Trent'anni, mentre infuria la lotta tra cattolici e protestanti, un insegnante fugge dagli orrori delle battaglie e ripara nel Nord del Tirolo. Stabilitosi in un villaggio ancora incontaminato dalla furia della guerra, organizza un buon rapporto con gli abitanti e insegna loro il valore della pace. Ma un gruppo di mercenari giunti sul posto hanno idee ben diverse; tuttavia il loro capo rinuncia a razziare il contado e fissa, in accordo con il professore, un periodo di tregua in attesa che passi l'inverno. Con la nuova stagione, l'esercito lascia il villaggio ma la popolazione, nel frattempo contaminata dai nuovi arrivi e incattivita, si lascia andare al fanatismo religioso, attraverso persecuzioni, torture e roghi. Il maestro, ormai disilluso, lascia quella terra convinto di aver fallito.
Dal romanzo omonimo (1959) di J. B. Pick, film storico di produzione inglese che torna sulla Guerra dei Trent'anni (1618 - 1648) dal lontano 1933, quando la Metro-Goldwyn-Mayer realizzò La regina Cristina, di Rouben Mamoulian con Greta Garbo protagonista. Magniloquente e panoramico (filmato con il sistema Tood-AO), ben diretto dal regista-scrittore australiano James Clavell, autore anche della sceneggiatura, è un dramma registrato con notevole rigore descrittivo di ambienti e personaggi, ben delineato nel tratteggio psicologico dei singoli, con buone interpretazioni di un cast all'altezza, che vede primeggiare la coppia al maschile Michael Caine-Omar Sharif, con Florinda Bolkan che segue a ruota. La fase storica è curata al massimo impegno, l'impianto scenografico risulta eccellente, ma l'aspetto principale è determinato da inquietanti punti di domanda sull'atrocità della guerra, la malvagità degli esseri umani, la speranza di una riconciliazione che non troverà mai conferma. Un affresco brutale sulla fine del Medioevo, epoca oscura capace di devastare mezza Europa nel segno del potere, attraverso logiche forsennate di conquista, tra lotte fratricide e contrapposizioni laico-religiose; elementi di alta riflessione, sempre validi, anche nel contemporaneo. Un film di alta ispirazione, che per i suoi spunti, non invecchia mai.
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Titoli
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(Lotta intestina)
