BELLISSIMA
Anno: 1951
Produzione: Film Bellissima
Regia:
Luchino Visconti
Sceneggiatura:
(dal soggetto di Cesare Zavattini)
Luchino Visconti
Suso Cecchi d'Amico
Francesco Rosi
Fotografia: Piero Portalupi
Paul Ronald
Musica: Franco Mannino
Cast:
Anna Magnani
Walter Chiari
Tina Apicella
Gastone Renzelli
Tecla Scarano
Alessandro Blasetti
Lola Braccini
Arturo Bragaglia
Nora Ricci
Vittorina Benvenuti
Linda Sini
Teresa Battaggi
Gisella Monaldi
Amalia Pellegrini
Luciana Ricci
Giuseppina Arena
Liliana Mancini
Corrado Mantoni
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Infermiera popolana, convinta che il cinema sia l'ideale per costruire un avvenire di ricchezza senza patemi, sottopone la figlia di otto anni ad un provino a Cinecittà e le prova tutte pur di riuscire ad affermala. Il marito, operaio, è contrario e la piccola diventa strumento delle smanie della madre. Quest'ultima, seppur in ritardo, si rende conto del marciume che circonda l'ambiente e abbandona il progetto.
Terza regia di Luchino Visconti (che non voleva), il quale, in una visione del tutto soggettiva, fa i conti con il neorealismo di base. Ne distacca l'estemporaneità creativa, quindi l'improvvisazione, per far emergere la capacità professionale, l'esercizio delle attinenze tra territorio e personaggi, questi capaci di misurarsi attraverso il proprio volto e una distinta profondità caratteriale. Ne esce un quadro di epico decadimento dei valori morali e sociali, scaturito da molteplici situazioni congenite: rincorsa sfrenata al successo, miraggi e disinganni, ambizione mascherata e crisi matrimoniale, anche se questa non espressa ai massimi livelli come il regista intendeva. La sintesi è caratterizzata nella fabbrica del sogno di grandezza, punto di arrivo per la maggioranza degli italiani, che smorza qualsiasi frustrazione dettata da povertà e indigenza. La figura della donna - Anna Magnani, al solito, grandiosa - ne esce rafforzata; il suo equilibrio la porta a scendere dal carro della fortuna per ritrovare quella solida relazione con la realtà, nel frattempo dispersa. Un esame intellettuale sul mondo, ma anche un duro attacco a quel sistema cinematografico, avido e sprezzante, che crea il divismo e allo stesso tempo concede inganni e illusioni.
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