DOV'È LA LIBERTÀ...?
Anno: 1952 Produzione:
Ponti-De Laurentiis - Golden Film
Regia:
Roberto Rossellini
Sceneggiatura:
Roberto Rossellini Vitaliano Brancati
Ennio Flaiano
Antonio Pietrangeli
Vincenzo Talarico
Fotografia: Tonino Delli Colli
Aldo Tonti
Musica: Renzo Rossellini
Cast:
Totò
Vera Molnar
Nyta Dover
Franca Faldini
Leopoldo Trieste
Giacomo Rondinella
Vincenzo Talarico
Fernando Milani
Andrea Compagnoni
Giacomo Gabrielli
Thea Zubin
Ines Florentini
Ines Targas
Fred
Aronne
Maria Bon Roseto
Mario Castellani
Ugo D'Alessio
Pasquale Fortunato
Augusta Mancini
Fortunato Misiano
Nino Misiano
Pasquale Misiano
Eugenio Orlandi
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Un uomo, al tempo barbiere, uscito di prigione dopo aver scontato una condanna di 22 anni per l'omicidio dell'amante della moglie, non riesce a conciliarsi con la vita di sempre. Lo scontro con i familiari della consorte, nel frattempo deceduta, è ostile. Quando scopre che i parenti si sono arricchiti con i beni degli ebrei morti nei lager nazisti, li abbandona. Il mondo spietato che gli gira attorno lo convince a tornare in galera.
Rossellini voleva da Totò, qui al massimo della popolarità, un personaggio tragico, fuori dai suoi schemi comici, in un'operazione, tra l'altro, atta a rivalutare, in funzione drammatica, le enormi potenzialità interpretative dell'attore; e, in parte, pur abbandonato a se stesso, il Principe lo accontentò. Il film, pur lento, predicatorio, interfacciato da continui flashback, mostra la genialità del regista attraverso due espressioni ben distinte: da una parte, mostra acredine verso le classi elevate dell'immediato dopoguerra, quelle divenute ricche con le disgrazie degli altri; dall'altra, il non disprezzabile disegno grottesco tra ingiustizia e libertà, con l'egoismo sociale che li circonda. Noie con la censura per l'accusa rivolta ai ceti benestanti e, di conseguenza, puntuale insuccesso: film tenuto fermo per due anni, Rossellini abbandonò le riprese (molto probabilmente fu allontanato dalla produzione), sostituito da Lucio Fulci, quindi da Mario Monicelli (non esistono conferme) e poi da Federico Fellini (che girò il finale, rissa in tribunale tra Totò e l'avvocato), ai quali il duo Ponti-De Laurentiis affidò il compito di alleggerire numerose scene. Risultato: fiasco totale al botteghino. Riedizione nel 1973 priva di diverse sequenze, nel tempo, irrimediabilmente perdute.
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