Operaio di un fabbrica è sostituito da un immigrato polacco, a lui preferito per maggiore capacità produttiva. L'escluso, pieno di rabbia, si rifugia nell'alcol, poi aderisce all'organizzazione razzista Legione Nera e qui assume ruolo preminente attraverso azioni punitive nei confronti degli emigranti. Uccide il suo più caro amico dopo avergli rivelato, in stato di ubriachezza, alcuni segreti dell'associazione. Al processo, cambia idea e non si allinea alle direttive del clan.
Da un evento di cronaca relativo all'assassinio di operaio a Detroit, nel Michigan, remake di Legion of Terror (1936) di Charles C. Coleman, entrambi mai arrivati sugli schermi italiani, questo con titolo tradotto dall'originale per la versione DVD (2014), tra l'altro doppiata in maniera vergognosa. Pur approssimativo nella narrazione, si mostra ben piantato nel sistema di denuncia nei confronti delle organizzazioni xenofobe che all'epoca operavano, talvolta indisturbate, in vasti territori degli USA, soprattutto negli stati del Sud, come la Legione Nera, aderente al settore lavorativo contrario agli immigrati e il Ku Klux Klan, autentici nemici degli afro-americani. Humphrey Bogart, non ancora ai vertici del divismo assoluto, sfodera una prestazione convincente, ad uguale misura dell'intero cast, adeguato ai personaggi. Dirige Archie Mayo in stile semi-documentale, con un paio di scene girate da Michael Curtiz non accreditato, pianificazione dei capi all'interno dell'albergo e sequenza del processo. Il film ottenne buon successo in patria, ma all'estero, soprattutto in Europa, fu accusato di "facile garantismo" ed eccessivo uso della violenza nelle immagini e per questo vietato, tagliato in alcune scene dalle varie censure e persino bandito da alcuni paesi, tipo la Francia. Nel 1938, il Ku Klux Klan (nel film non è mai citato) fece causa, rigettata dalla corte californiana, alla Warner Bros., per uso improprio del loro simbolo, croce bianca su sfondo rosso. Da ricordare la scena in cui Bogart si ammira allo specchio, interamente rifatta da Martin Scorsese per Robert De Niro in Taxi Driver (1976).
Regia
Archie Mayo
Sceneggiatura
Abem Finkel
William Wister dal soggetto di Robert Lord Fotografia
George Barnes Musica
Bernhard Kaun
Cast
Humphrey Bogart
Dick Foran
Erin O´Brien-Moore
Ann Sheridan
Helen Flint
Joe Sawyer
Clifford Soubier
Alonzo Price
Paul Harvey
Dickie Jones
Samuel S. Hinds
Addison Richards
Eddie Acuff
Dorothy Vaughan
John Litel
Henry Brandon
Charles Halton
Pat C. Flick
Francis Sayles
Paul Stanton
Harry Hayden
Egon Brecher
Wilfred Lucas
Track Music
(0.30)
Video Clip
(Lo specchio)
Academy Awards Nomination all´Oscar
Soggetto originale
National Board of Review (USA) Premi:
Tra i migliori dieci film dell´anno - Attore (Humphrey Bogart)