SETTIMO VELO
The Seventh Veil
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Orfana a 14 anni, adolescente cresce sotto il pugno di ferro dello zio, che riesce a farne una pianista di fama mondiale. Ma con il passare degli anni, la ragazza soffre tremendamente le dure imposizione e si lascia andare in passioni ardenti, tuttavia senza mai provare il vero amore. A seguito di un incidente d'auto, si chiude in se stessa e per liberarla dalle paure interiori e dal rischio del suicidio, è affidata alle cure di uno psichiatra. Sotto ipnosi, uno alla volta, riesce a far cadere i veli che nascondono il proprio subcosciente, fino all'ultimo, il settimo, dal quale vien fuori chi è veramente l'uomo che ama: il suo tutore.
Esordio alla regia di Compton Bennett in un noir inglese di raffinata eleganza, capace di unire a una storia melodrammatica tutte le componenti più penetranti della psicanalisi, con forte richiamo al singolarismo letterario e al complesso di Edipo. Fragilità umana, egoismo, isolamento interiore, latente desiderio sessuale, passioni torbide ed erotiche, appaiono ben approfonditi, grazie a una forte sceneggiatura (premiata con l'Oscar), che dispone nell'intreccio narrativo, alimentato in flashback, tutte le variabili della dottrina psicanalitica. Fanno il resto, un seducente allestimento scenico di stile gotico, l'atmosfera conturbante creata da una sapiente fotografia, musiche sinfoniche del repertorio classico e le ottime interpretazioni della coppia James Mason-Ann Todd, con a ruota quella superba di Herbert Lom nel ruolo dello psichiatra. Peccato per il finale, decisamente sbrigativo, che avrebbe trovato maggior lustro attraverso un impegno più profondo. Il film creò diversi problemi alla censura del tempo; vietato ai minori di varie età in Europa, fu distribuito negli USA senza alcuna restrizione.

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