IL TERRORE CORRE SUL FILO
Sorry, Wrong Number
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Costretta a letto da una paralisi, unica erede di un ingente patrimonio industriale sposa un dipendente che ben presto fa carriera nell'alveo familiare, ma dal quale cerca di sottrarsi anche a rischio di atti estremi. Durante una telefonata, la moglie ascolta involontariamente la conversazione tra due ignoti che parlano di un delitto da compiere alle 23.15. Denuncia il fatto alla polizia che però non le crede, tenta invano di contattare il marito che si fa negare, dialoga con un personaggio che nel vero non esiste; infine comprende che la vittima predestinata è proprio lei.
Dal radiodramma di Lucille Fletcher, il più famoso e moderno noir a suspance ininterrotta, filmato nello spazio cronologico del tempo reale attraverso due elementi: la zona circoscritta e l'effetto imminente. Il vero protagonista è il telefono, inquadrato da ogni angolazione e ripetutamente utilizzato come testimone diretto o, al contrario, come unica ancora di salvezza. Lo strabiliante bianconero di Sol Polito accompagna una storia che va oltre l'inquietante; un racconto segnato da forme di cinismo e che anatomizza l'impossibilità di trasmettere il pericolo incombente accentuato nella forma di un'attesa che progressivamente si tramuta in affanno. L'impiego scomposto della cinepresa dà rilievo all'asfissiante fragilità della protagonista, in un ingranaggio perfetto che tende ad isolarla nel suo immobilismo. Finale mozzafiato e angoscioso. Uso di sequenze in flashback annidiate e interpretazioni sulle righe, con Barbara Stanwyck in pole position. Semi-remake nel 1989 con il film-tv L'omicidio corre sul filo, di Tony Wharmby.

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