THE FATAL WITNESS
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Ricca zia vive con il nipote ma tra i due non scorre buon sangue, causa dei continui litigi scaturiti per le richieste di denaro da parte del giovane. Quando una spilla d'oro e smeraldi sparisce, la donna accusa il nipote, ma la mattina dopo è trovata assassinata. Ispettore di polizia individua nell'uomo il responsabile, ma lui ha un alibi di ferro: ha passato tutta la notte in guardina per ubriachezza molesta. Quando le indagini sembrano a punto morto, spunta fuori un ricattatore che conosce l'assassino.
Inedito nelle sale italiane, questo nero di seconda fascia è ben orchestrato da una storia che si avvolge sempre più nel mistero, non esposta all'omicidio continuo, ma orientata su una vicenda di ricatti che viene a galla, con il vero colpevole, soltanto nel finale. Il resoconto è manifestato in maniera lineare, ma il film risulta privo di tensione; mancano le giuste atmosfere, l'azione è inesistente e il continuo chiacchiericcio, pur inizialmente gradevole, alla fine stanca. Dura poco più di un'ora, ambientato a Londra con budget irrisorio (la nebbia londinese è fatta con ghiaccio secco); la regia è standard, ma c'è la buona prova di un cast composto da attori di minima, con Evelyn Ankers famosa nel periodo per i suoi film horror alla Universal.

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