Meccanico, felicemente sposato e con figli, uccide l'ex uomo della moglie, ricomparso dopo anni con l'intento di ricattarla. Arrestato per omicidio, l'accusa cambia in 'delitto d'onore', quando la moglie, per proteggere il marito, mente e si autoaccusa di adulterio. Lui, una volta libero la caccia e gli toglie anche i figli; poi, quando conosce la verità la riprende con se.
Melodramma a tinte scure di enorme successo, tra i rari casi per un film italiano, insieme a Ossessione (1942) di Luchino Visconti, riconosciuto dagli americani come film-noir. Il merito è di Raffaello Matarazzo, regista d'impronta drammatica-realista, che riesce a far condividere l'angoscia attraverso un impianto ambientale costruito su modelli del cinema nero d'oltreoceano in riferimento a tematiche del corrente neorealismo italiano. Più che funzionale la coppia Amedeo Nazzari-Yvonne Sanson. L'articolo 587 del Codice Penale, che in moltissime circostanze rendeva libero l'imputato accusato del 'delitto d'onore', in caso di conclamato adulterio della moglie, fu abolito nel 1981; e ancor prima, nel 1975, fu abrogata la legge sul 'diritto di famiglia', quella che garantiva la tutela genitrice e patrimoniale al capofamiglia, quindi all'uomo.
ITA - 1950
Regia
Raffaello Matarazzo
Sceneggiatura
Aldo De Benedetti
Nicola Manzari dal soggetto di Libero Bovio e
Gaspare Di Maio
Fotografia
Carlo Montuori Musica
Gino Campase Cast
Amedeo Nazzari
Yvonne Sanson
Aldo Nicodemi
Roberto Murolo
Aldo Silvani