LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE
Vertigo
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Dopo incidente sul lavoro che gli procura stordimenti e capogiri, poliziotto si ritira e, per debito d'amicizia verso un collega di scuola, assume l'incarico di "soccorritore" verso la moglie Madeleine, in preda a manie suicide. Se ne innamora, lei si lancia da un campanile e muore; lui entra in crisi ma incontra per caso Judy, il clone di Madeleine. Sotto c'è del marcio.
E' il film di Hithcock più ricco di tematiche interiori, e tra i pochi suoi lavori dove la rivelazione del giallo è messa nella parte finale della pellicola. Un semi-capolavoro nel quale il regista dà risalto all'ambiguità passionale e al senso illogico di un romanticismo sfuggevole. Usa la macchina da presa a guida di molteplici tragitti nei quali si riscontrano tematiche idilliache, con accenti alla psicoanalisi e con latente riguardo alla necrofilia. Argomenta nel protagonista il vero senso di Vertigo (vertigine) fatto di fissazioni, manie e tormento continuo. Rivalutato a posteriori, fu un fiasco alla sua uscita, soprattutto per l'intricato disegno metafisico non compreso dai fans del regista inglese.
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USA - 1958
Regia
Alfred Hitchcock
Sceneggiatura
Alec Coppel
Samuel A. Taylor
dal romanzo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac
Fotografia
Robert Burks
Musica
Bernard Herrmann
Cast
James Stewart
Kim Novak
Barbara Bel Geddes
Tom Helmore
Henry Jones
Track Music
(0.30 - 236 KB wav)
Video Clip
Videoclip prossimamente on-line
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