LA DONNA DEL GANGSTER
The Strip
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Ex soldato di guerra in Corea, terminato il conflitto rientra a Los Angeles e trova lavoro come batterista in un night club. Si innamora di una ragazza che se la fa con una gang di criminali, sfida il rivale in amore e quest'ultimo, prima lo fa pestare e poi lo tira dentro in giri loschi; ma il reduce trova il coraggio e si ribella.
Negli anni '40 e '50 la Metro-Goldwyn-Mayer, con al seguito un vero esercito tra attori, registi e tecnici sotto lunghi contratti, per far fronte agli stipendi, oltre fiumi di spese extra, era 'obbligata' a produrre in media circa 70 film all'anno, dei quali soltanto una mezza dozzina considerati di valore medio-buono. Di rado, nei rimanenti, conosciuti come b-movies (malgrado lo studios non accettò mai questa definizione, da loro considerata spregevole), usciva fuori un buon film, positivo per la critica ma totalmente ignorato dal pubblico, soprattutto perché distribuito in circuiti di sale di secondo livello. Questo è uno di quelli, nel quale l'ungherese László Kardos, trapiantato in USA, s'impegna bene nel dirigere una storia che è poi un melodramma a tinte nere, dove emerge il tema del dualismo sfrenato accompagnato da situazioni torve e personaggi biechi. Sullo sfondo di una Los Angeles in bianco e nero (fotografia di Robert Surtees), echeggia il jazz, valore primario del film, eseguito in presa diretta da Louis Armstrong, accreditato nel cast e la sua His Band.

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