LA LEGGE DEL SILENZIO
Black Hand
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Dopo la morte del padre, assassinato, giovane italoamericano giura vendetta contro la Mano Nera, potente organizzazione criminale che opera nell'asse New York-Napoli. Aiutato da un poliziotto newyorkese, poi ucciso, rintraccia l'elenco dove compaiono i nomi di tutti gangsters aderenti alla banda e, pur a rischio della vita, li fa arrestare dal primo all'ultimo.
Gene Kelly, che sostituì Robert Taylor impegnato a Roma per le riprese del Quo Vadis, è in uno dei suoi rari ruoli drammatici per questo poliziesco d'annata, tra i primi esempi di cinema americano a riguardo di film sulla mafia. Vagamente ispirato alla figura del poliziotto Joe Petrosino, girato praticamente in interni, di buona ambientazione, possiede un certo equilibrio narrativo che avvolge e tiene viva l'attenzione, ma gran parte dei personaggi appaiono fuori ruolo, malgrado la M-G-M si sia adoperata nel "reclutamento" di numerosi caratteristi italiani, per dare alla storia quel senso di compiuta veridicità. Presentato in Italia nel 1951 con il titolo La mano nera, fu immediatamente bocciato dalla censura italiana, poiché considerato lesivo alla reputazione e alla dignità nazionale, soprattutto per i dialoghi. Ottenne il nullaosta per la distribuzione nelle sale soltanto nel Dicembre del 1955, con taglio di 291 metri di pellicola girata, eliminazione di tutte le battute esercitate nel doppiaggio considerate disonorevoli, cambio del titolo in La legge del silenzio, divieto alla visione imposto ai minori di 16 anni, spostamento di location (soltanto citata) da Napoli a Cuba per la scena dell'assassinio del poliziotto, trasformazione dei killers italiani in latino-americani. Il film non ha nulla in comune con l'altro La mano nera (1973) di produzione italiana, anche questo di ambientazione mafiosa italoamericana.

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