IL MURO DI VETRO
The Glass Wall
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Nel dopoguerra, sfollato ungherese sbarca da clandestino a New York, senza soldi, né documenti. Bloccato dai funzionari, decisi a rimpatriarlo, riesce a fuggire. Mentre la polizia gli da la caccia, è ospite in casa di una ragazza; prova a rintracciare un amico, trombettista jazz nei locali di Manhattan, il solo che possa aiutarlo, ma non ci riesce. Disperato, sale in cima al grattacielo che ospita la sede dell'ONU, deciso a suicidarsi. È salvato all'ultimo istante dalla donna e dall'amico, da lei finalmente ritrovato.
Secondo dei quattro film interpretati a Hollywood da Vittorio Gassman, filmato in contemporanea con L'urlo dell'inseguito, prima di Rapsodia (1954) e Guerra e pace (1957), l'unico girato da non protagonista; nel complesso, esperienza americana non certo esaltante per il celebre attore genovese naturalizzato romano, che pensò bene di rientrare in patria, pronto ad affrontare una grande carriera che lo renderà indimenticabile a tempo infinito. Noir ad inseguimento centrato nell'obiettivo di una New York notturna pervasa da un clima austero e minaccioso, sostenuta dall'eccellente fotografia di Joseph Biroc. Dirige Maxwell Shane, abile sceneggiatore poco incline alla regia, il quale, ispirato da La porta d'oro (1941), fa un thriller idealista attraversato da una storia di interesse umano che mette in primo piano un individuo disperato in lotta contro un sistema ingiusto, incessantemente perseguitato dalle ferree leggi sull'immigrazione, all'epoca veramente toste. Nel cast, oltre la prova altamente drammatica di Gassman, da rilevare quella della sua partner Gloria Grahame, anche lei disperata, perfetta nel ruolo. Da non perdere la scena finale, realizzata ad alto tasso di adrenalina. Il titolo (in una delle rare volte tradotto correttamente dall'originale) sta a indicare il palazzo di vetro dell'ONU.

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