UN PUGNO DI CRIMINALI
Big House, U.S.A.
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Bimbo malaticcio, figlio di un industriale, è rapito; il padre paga il riscatto ma il ragazzo non torna perchè morto, precipitato in una voragine. Il caso diventa una scappatoia per una banda di sequestratori capeggiata da un viscido sciacallo che chiede altri soldi per liberarlo. Arrestato, viene fatto evadere da altri carcerati che vogliono il denaro da lui nascosto. Finisce male per tutti.
Da un soggetto comune e quindi abbastanza facile da sviluppare, seconda regia per il positivo Howard W. Koch, in seguito valente produttore televisivo, per un crime-prison violento e crudele, dove conta più l'espressione d'immagine che non il resoconto narrativo, abbastanza prevedibile. C'è una memorabile galleria di cattivi (Broderick Crawford, Ralph Meeker, Charles Bronson, Lon Chaney Jr.) e alcune scene di inaudita violenza, inusitata per l'epoca (il bambino gettato nel crepaccio e bruciato con la fiamma ossidrica per impedirne l'identificazione). Arrivò nelle sale italiane con visto di controllo stabilito ai minori di 16 anni; tra i primi casi d'intervento censorio per un film d'importazione americana.

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