Banda di sei rapinatori assalta un treno e si impossessa di un ingente quantitativo di lingotti d'oro. Il bottino, spartito su tre camion, viaggia verso Los Angeles in percorsi separati, ma lungo il viaggio la polizia ne recupera due. L'oro che avanza viene fuso nella carrozzeria di una fuoriserie e tutto sembra andar bene, fin quando, lungo l'autostrada, per un futile motivo il trucco è scoperto da agenti di passaggio. Sparatoria finale con morti ammazzati.
Realizzato a budget minimo, questo misconosciuto b-noir possiede forza travolgente nella rapidità d'azione e nel dialogo, mai prolisso e sempre attinente alle circostanze. Trama semplice e lineare, sequenze in continuo movimento con particolare rilevanza agli oggetti meccanici: automobili, camion, treni, fonderie, che prendono così il sopravvento su personaggi solo timidamente abbozzati, per altro interpretati da un cast di minima. Notevole sequenza di apertura, quella della rapina, notturna, filmata sotto una pioggia battente e in totale silenzio. Il finale, ricco di tensione, incentrato sulla fatalità del caso, fu scorciato in fase di montaggio di tre minuti, relativi a scene considerate eccessivamente violente, special modo quella del salto dal cavalcavia. Gran merito all'allora 26enne Hubert Cornfield, ottimo regista turco trapiantato a Hollywood, ma di breve carriera con appena sette film girati dal 1955 al 1978; tra questi, La scuola dell'odio (1962).