Convinto di sequestrare a scopo di riscatto il figlio di un famoso magnate giapponese, malvivente sbaglia persona e rapisce il figlio del giardiniere alle dipendenze dell'industriale. Il finanziere paga il riscatto, ma un commissario di polizia dą ugualmente la caccia al criminale fino a precipitare in un vortice di delinquenza senza fine.
Dal romanzo 'Due colpi in uno' ('Kingu no minoshirokin' pubblicato nel 1959) di Salvatore Albert Lombino, giallista americano di origini italiane, noto per la moltitudine di pseudonimi (Evan Hunter, Ed McBain, Curt Cannon, Hunt Collins, Richard Marsten, Edo Makubein, Ezra Hannon, John Abbott), autore della serie '87º Distretto' e sceneggiatore di Alfred Hitchcock per Gli uccelli (1963), Akira Kurosawa trae un noir imponente, di stile formale nel descrizionismo investigativo, tipico del cinema americano, con al centro della storia il rapporto sulla dissociazione tra due mondi: quello ricco, agiato e l'altro dei bassifondi periferici, dove l'imperante bisogno di emergere confluisce su istanze diaboliche, rappresentate da prostituzione, droga, corruzione e violenza. E' un percorso nell'emisfero del male e, allo stesso tempo, una meditazione sulla fatalitą umana, quella priva di speranza e ravvedimento. Notevole uso stilistico dell'immagine, special modo nella scene degli ambienti malavitosi e grandi interpretazioni, con Toshirô Mifune che si leva su tutti. Versione italiana oscenamente e misteriosamente tagliata di circa 40 minuti, compresa la sola sequenza a colori del film. Anche il titolo, ignominioso, non ha nulla da spartire con il romanzo, il soggetto e la tematica di fondo.