Killer professionista, braccato dalla polizia e dai suoi stessi mandanti, dopo un contratto andato a male, aiutato dalla propria donna decide di affrontarli e morire seguendo un codice d'onore che gli permette di salvare la sua dignità.
Dal romanzo 'The Ronin' di Joan McLeod, un noir metropolitano westernizzato alla maniera di Jean-Pierre Melville, maestro del gangster-movie e assoluto mattatore del cinema nero francese. Un hard-boiled centrato sulla figura di un uomo, solitario e inesorabile, il cui destino, fatalmente tracciato, lo porta ad affrontare la morte con lucido senso di autodeterminazione morale. Un samurai contemporaneo, che fa dell'omicidio un rituale; non uccide per il gusto di farlo, ma per dare una logica alla propria esistenza da sempre compromessa. Film tetro e pessimista, inquadrato sullo sfondo di una Parigi angosciosa, silenzioso, scarno di dialoghi, sostituiti da gestualità e implicite inquadrature che non hanno bisogno di parole. E' probabilmente il miglior film di Jean-Pierre Melville e sicuramente il picco massimo di Alain Delon in tutta la carriera. La versione italiana scempiò il titolo originale (il regista andò su tutte le furie), tra l'altro inventando il nome Frank che nel film si chiama Jeff e, inoltre, fece tabula rasa del meraviglioso prologo, tranciando di netto la frase posta all'inizio: "Non c'è solitudine più profonda di quella di un samurai, simile a quella della tigre nella jungla".
FRA - ITA - 1967
Regia
Jean-Pierre Melville
Sceneggiatura
Jean-Pierre Melville
Georges Pellegrin dal romanzo di Joan McLeod Fotografia
Henri Decaë Musica
François de Roubaix Cast
Alain Delon
François Périer
Nathalie Delon
Cathy Rosier
Jacques Leroy
Michel Boisrond
Robert Favart