LA MIA DROGA SI CHIAMA JULIE
La sirène du Mississipi
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In un isola del Madagascar, ricco coltivatore di tabacco in cerca di moglie, la trova attraverso un inserzione sul giornale. La conosce personalmente e ne rimane abbagliato, ma non sa che l'affascinante ragazza in realtà è una entraineuse che ha preso il posto della donna degli annunci. Appena sposati, lei fugge con il denaro del marito; lui, incarica un detective per ritrovarla. Rintracciata in Francia, la perdona; poi uccide l'investigatore per paura che confessi tutto alla polizia. La giovane lo circuisce nuovamente, quindi prova ad ammazzarlo, ma lui gli confessa amore eterno. Fuggono insieme.
Dal romanzo 'Waltz into Darkness' (1947, pubblicato in italiano 'Vertigine senza fine') di Cornell Woolrich, un giallo incardinato sul tema dell'amore folle, che François Truffaut rende vivo attraverso l'inspiegabile cammino della passione, reso tangibile dall'eloquente trascrizione dell'uomo infatuato da un amore impossibile, pronto a intraprendere la via della perdizione a causa della donna fatale. Notevole prima parte, dove il regista, ispirandosi al suo maestro Alfred Hitchcock, fa muovere i due protagonisti tra dubbio e inganno, tanto da creare la giusta tensione emotiva immersa in atmosfere cariche di irresistibile fascino. La coppia Belmondo-Deneuve funziona alla grande, l'ambientazione è suggestiva, ma i dialoghi appaiono forse troppo carichi. In Italia, in prima istanza il film fu vietato ai minori di 18 anni con eliminazione di 26 minuti di girato raffiguranti scene amorose allusive all'erotismo, violenza a fine dell'omicidio e per la subdola figura moralmente perversa della protagonista. Soltanto nel 1974, in seconda revisione, fu tolto il divieto in cambio di 14 modifiche sul montaggio. Ad oggi, la visione integrale è affidata all'edizione DVD, con aggiunta di frettolosi sottotitoli per le sequenze al tempo soppresse.

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