LO SPIONE
Le doulos
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Informatore della polizia s'infiltra in una banda di rapinatori e manda all'aria un colpo ormai riuscito. Regolamento di conti finale a tre, dove tutti soccombono.
Jean-Pierre Melville, ideatore delle 21 (o 19) situazioni possibili per fare un perfetto film noir, si affida all'ambientazione fumosa e rarefatta tipica del gangster-movie americano (Giungla d'asfalto, Doppio gioco), distingue i personaggi attraverso una profonda analisi interiore appoggiata ai valori dell'amicizia, quella inerente all'ambiente malavitoso, quindi maschile e realizza un gioiello del cinema nero impressionista, temprato sul valore soggettivo e meccanicamente tastato in un ingranaggio perfetto che tende a valorizzare l'uomo nella sua fierezza e, allo stesso tempo, ad esprimere una crudele valutazione sulla falsità, quella che sconfessa l'audacia a favore del proprio tornaconto. Film maschio e duro, che non si lascia invischiare dal facile sentimentalismo, semplice e coerente; amara analisi di virtù perdute, tradimenti e morte.