A UN PASSO DALLA MORTE
You'll Like My Mother
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Rimasta vedova, donna incinta fa visita alla suocera che abita nel Minnesota, isolata tra i boschi, in una casa fuori mano. Giunta a destinazione viene a sapere che la perente è morta e l'abitazione è occupata da una vecchia malvagia con due figli, il maschio violentatore e assassino, con il quale convive in un rapporto sessuale incestuoso e la femmina, ritardata mentale. Bloccata da una tempesta di neve, partorisce in casa, ma subito è costretta a difendersi da madre e figlio che vogliono ammazzare lei e il piccolo appena nato. Sarà salvata dalla ragazza handicappata.
Dall'omonimo romanzo, pubblicato nel 1969, della scrittrice Naomi A. Hintze, thriller di atmosfere angosciose e claustrofobiche, di ritmo costante e suspense in aumento graduale, con uso inquietante del paesaggio, ben sorretto dal dialogo e dalle eccellenti interpretazioni delle attrici principali. Frettolosamente dimenticato, è un film di apparentamento horror, che sa alternare momenti di alta tensione ad altri adagiati in un pacato movimento che prepara la strada verso l'incubo. Complessivamente morboso ma privo di violenza gratuita, purtroppo debole nel finale, quando la coppia spietata madre-figlio sono uccisi in un clima soft, che non soddisfa appieno il desiderio di giustizia, pruriginosamente a richiamo della vendetta. Dirige Lamont Johnson, regista televisivo con interessanti sprazzi nel cinema. Sul tema del ´sequestro innaturale´, ricorda molto Una notte per morire (1965), Il collezionista (1965) e, più avanti negli anni, Misery non deve morire (1990), per struttura scenica e tragico risalto del rapporto madre-figlio (quelli buoni), senza dubbio prende molto da Rosemary's Baby (1968). Il titolo italiano non ha nulla da spartire con quello originale.

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