VOGLIO LA TESTA DI GARCIA
Bring Me the Head of Alfredo Garcia
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Ricco latifondista mette la taglia di un milione di dollari sulla testa di un contadino, Alfredo Garcia, che ha violentato sua figlia. Pianista fallito, alcolizzato, compagno di una prostituta, si mette in marcia alla ricerca dell'uomo; poi viene a sapere che questo è morto. Recuperato il cadavere, gli taglia la testa e se la porta appresso per consegnarla al mandante, in un viaggio dove, per difendere il cimelio, compie una carneficina, al termine della quale sarà lui stesso ucciso.
Nel puro stile di Sam Peckinpah, un film d'azione criminale nel segno del disfattismo di un epoca contraddistinta dalla ferocia sanguinaria. Dai toni volutamente eccessivi, violento e brutale, di connotazione semi-western, si manifesta nel grigiore narrativo attraverso forme pletoriche di rivalsa, sentimento e rimorso, che inevitabilmente sfociano nel macabro. Epica rabbiosa, con una partenza soft e una seconda parte memorabile, circondata da un velato senso di ironia nera e dagli efficaci soliloqui di Warren Oates, eccellente protagonista. La critica cinematografica lo attaccò duramente per il tono deprimente e anche il pubblico rimase interdetto per le esagerate dosi di violenza, marcate da scene di abusi, sparatorie sanguinose e disseminamento di cadaveri.

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