VIVERE E MORIRE A LOS ANGELES
To Live and Die in L.A.
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Dopo che un falsario di banconote gli ha ammazzato il collega di coppia, agente federale insegue l'assassino non per giustizia ma per vendetta. Lo affianca un nuovo compagno e sarà lui ad uccidere il killer. Poliziesco metropolitano tratto dall'omonimo e primo romanzo di Gerald Petievich, ex agente federale dal 1970 poi scrittore dal 1985. Da molti considerato l'archetipo del neo-noir, presenta una storia non molto originale ma comunque densa di materie seducenti, dove il fulcro è rappresentato dal legame che unisce (o separa) i codici di legge dal furore della giustizia privata. Film violento e nevrotico, un viaggio infernale attraverso la galassia urbana, che non da punti di riferimento se non quelli celati dal disordine sociale e dalla criminalità nascosta ad ogni angolo. Notevole risalto per le scene degli inseguimenti in auto, frutto dell'abilità degli stuntman, sequenze che William Friedkin (L'esorcista, 1973) rielabora dal suo Il braccio violento della legge (1971), anche in quel caso di grande impatto visivo. Ritmo teso, montaggio al fulmicotone, ambientazione cupa di una Los Angeles cattiva, personaggi ben delineati nella loro struttura psicologica. Più che buone le interpretazioni del trio Petersen-Dafoe-Pankow.