Investigatore della omicidi, ebreo in crisi di identità, indaga sull'assassinio di una vecchia, anch'essa ebrea, uccisa da un uomo di colore. Scopre l'esistenza di due organizzazioni che si fronteggiano, una sionista e l'altra di matrice nazista. Nella speranza di riabilitare i propri ideali, si schiera con la prima; da vero clandestino è partecipe in azioni di lotta, ma quando un suo collega rimane ucciso, comprende di non aver agito nel giusto e si allontana dal gruppo. Scoperto, è radiato dalla polizia.
Giallo di trama complicatissima che viaggia su binari equivalenti tra l'inchiesta poliziesca e quella introspezionale del protagonista. Alla sua terza regia, David Mamet, sceneggiatore e commediografo, mette ancora una volta in primo piano la tesi della falsità deviante, quella che ti fa credere giusto ciò che in realtà non esiste. Più teatrale che cinematografica, la storia si sviluppa in forme intellettuali confuse, capaci di scatenare forti emotività ma non di rendere vivo il concetto centrale, subdolamente provocatorio, relativo all'ebreo errante posto al centro di una società ostile. Il resoconto, come il finale, appare illogico, con la figura del detective velatamente approfondita da una ricerca interiore, che però alla lunga si manifesta ferma nella sua esteriorità prettamente formale. Da apprezzare solo per le interpretazioni di un cast, almeno quello, azzeccato.
USA - 1991
Regia
David Mamet
Sceneggiatura
David Mamet Fotografia
Roger Deakins Musica
Alaric Jans Cast
Joe Mantegna William H. Macy Vincent Guastaferro Lionel Smith Rebecca Pidgeon Ving Rhames
Track Music
(1.00 - 472 KB wav)
Scena chiave
(Coinvolgimento)
Festival di Cannes (FRA) Nomination alla Palma d'Oro
Film