A BITTERSWEET LIFE
Dal kom han in-saeng
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Avendo trasgredito a un ordine del suo superiore, boss mafioso coreano che gli aveva impartito il compito di sorvegliare la sua donna, direttore d'albergo è sequestrato dalla gang e imprigionato. Imperturbabile, una volta libero, pianifica la vendetta e fa strage dei suoi nemici.
La storia può apparire scontata e di facile impiego, sia nella sceneggiatura che nella sfumatura dei personaggi, ma il quarantenne Jee-woon Kim, talentuoso regista coreano, riesce ugualmente a trasmettere quel senso di angoscia ed emotività, rappresentate attraverso una messa in scena impeccabile, ricca di atmosfere buie e piovose, contrapposte ad habitat raffinati di eccellente eleganza formale. Il tema è quello della vendetta ad ogni costo; il protagonista, uomo duro e imperturbabile, si muove tra arie instabili, sempre alla ricerca di risposte che alleggeriscano la sua indole spietata, tuttavia senza trovarle. Il lavoro offre sipari di inaudita violenza, di azione e di sangue, mai esaltati e resi nella giusta dimensione ambientale. Notevole esercizio figurativo, tra inquadrature a scatti e improvvisi bagliori tinteggianti, dai quali, ogni colore o simbolo assume, in senso metaforico (luce, fuoco, polvere, fango), un preciso riferimento. Privo di tempi morti, gran gestione degli spazi, è un film di incredibile durezza, che spiazza, affascina, immedesima e fa sognare.