ERA MIO PADRE
Road to Perdition
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Storia incentrata sulla figura paterna di in boss della mala americana e su quelle giovanili dei suoi rispettivi figli. Quando gli ammazzano moglie e figlio minore scatta, inevitabile, l'istinto di rappresaglia.
Da una storia a fumetti, Sam Mendes ne ricava un film di gangster, cui è preminente l'ambientazione e la figura interiore d'ogni singolo personaggio. Nell'insieme schematico ma ricco di coloriture sentimentali, è cinema d'immagine violenta e al tempo stesso di quieta riflessione sull'analisi intrinseca della mafia. Tocca vari temi: il rapporto padre-figlio nella logica delinquenziale, la vendetta come naturale conseguenza del degrado morale, "la strada della perdizione" (Road to Perdition) tunnel senza scampo, ma dal quale, volendo, si può anche uscirne. Scenograficamente perfetto, con l'eccellente fotografia del settantaseienne Conrad L. Hall, deceduto l'anno seguente, al suo terzo Oscar dopo quelli ottenuti per Butch Cassidy e American Beauty, quest'ultimo anche per il regista S. Mendes.