Eminente autore della cinematografia americana, Lumet probabilmente rappresenta l'ultimo avamposto della vecchia scuola, quella post-golden age, indirizzata sui canoni della valorizzazione del soggetto in funzione d'esplicite ricerche sulla materialità urbana e sociale. Di stile apparentemente semplice, basato sul dialogo aderente ai personaggi, identificato in una forma presente in quasi tutti i suoi lavori. Di idee progressiste, adattatore di traduzioni teatrali con ricorso ad autori della letteratura, indirizza l'analisi verso tematiche collettive attraversando ogni genere, dal dramma al thriller, dalla commedia al musical, al poliziesco, tenendo sempre in primo piano l'aspetto ambientale, soprattutto familiare e la venatura psicologica dei protagonisti. Figlio d'arte (suo padre Baruch era un attore che Sidney dirigerà in due film: L'uomo del banco dei pegni e Il gruppo), frequenta il teatro a Broadway sin da bambino e, ventenne, è attore sui palcoscenici prima di occuparsi di radio attraverso stesure di soggetti. Studia letteratura drammatica alla Columbia University, poi s'iscrive all'Actors Studio e in seguito forma una compagnia teatrale di movimento innovatore. All'inizio degli anni '50 approda alla televisione (che non lascerà mai del tutto) e dopo diversi programmi tv debutta nel cinema, nel 1957, attraverso la regia di La parola ai giurati, dramma giudiziario condotto con meticolosa cura nel rapporto tra uomo e istituzioni, con ben salda la sintesi sul sofferto dualismo fra senso della giustizia e condotta morale; film di successo che lo proietta nell'ambiente cinematografico dalla porta principale. Nei due anni successivi filma Fascino sul palcoscenico, omaggio ai trascorsi giovanili e Pelle di serpente, intriso dramma psicointimistico con Marlon Brando e Anna Magnani. Negli anni '60 è autore dell'antinucleare A prova di errore, dell'antirazziale L'uomo del banco dei pegni e del violento La collina del disonore, prima di addentrarsi negli anni '70 nell'indirizzo poliziesco-metropolitano di Rapina record a New York, Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani e, su tutti, Il principe della città, megafilm di circa tre ore che, come per Serpico e in seguito per Il verdetto, mette a nudo i nodi di corruzione esistenti negli apparati dello stato. Nel 1972 gira il thriller Riflessi in uno specchio scuro con Sean Connery (attore preferito del regista, presente in diversi suoi film) e nel 1974, dai temi di Agatha Christie, inaugura il filone dell'Orient Express con Assassinio sull'Orient Express, il migliore della serie. Con Quinto potere, interpretato da uno scatenato Peter Finch, affronta il tema giornalistico sulla manipolazione dei massmedia. Negli anni '80 e '90 non spiccano lavori al passo dei precedenti, ma Gloria, Vivere in fuga, Terzo grado e Prove apparenti sono comunque film non disprezzabili anche se di contenuto piuttosto prevedibile. Ultima regia nel 2007 per Onora il padre e la madre. Sposato quattro volte con tre divorzi; prime nozze con l'attrice Rita Gam, in seguto con due altre attrici: Gloria Vanderbilt e Gail Buckley (due figli: Amy, tecnico del suono e Jenny, attrice), ultima unione con Mary Gimbel.
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