
Il suo vero nome era Frederick Liedtke, tradotto dall'italiano Federico Nobile. Nativo del Nebraska ma d'origini italiane (da nonni abruzzesi), prima ancora di affermarsi come regista, già dalla fine dell'800 è attore e poi direttore in spettacoli teatrali itineranti. Nel cinema, compie i primi passi nell'Ince Studios grazie agli uffici della seconda moglie, Enid Bennett, da tempo attrice affermata. Dimostra subito le proprie qualità attraverso il senso avventuroso dell'immagine, curata nello spazio aperto o all'interno di suggestive ricostruzioni sceniche. Non particolarmente creativo nel tradurre una storia, sopperisce l'impianto narrativo attraverso l'azione, il virtuosismo recitativo, la soluzione spettacolare. Nel corso della carriera si è sempre circondato dei migliori attori, da Douglas Fairbanks a Ramon Novarro, da John Gilbert a Joan Crawford, da Greta Garbo a Norma Talmadge. Nei primi anni '20, proprio Fairbanks sr. lo chiama alla Douglas Fairbanks Pictures Corporation per farsi dirigere in due film di successo commerciale: Il segno di Zorro e I tre moschettieri. La Paramount gli affida la regia di Sangue e arena, interpretato da Rodolfo Valentino; nel 1925, passa alla M-G-M dove ha modo di filmare Ben Hur, il più costoso kolossal del muto prodotto con un budget di 4 milioni di dollari (del '25) attraverso due location, nel primo evento della storia del cinema, tra Roma e Los Angeles. In questo film si afferma per la direzione di due magistrali sequenze che fanno epoca: la battaglia navale e la corsa delle quadrighe, questa realizzata negli studi di Culver City, con incidenti a ripetizione che causarono la morte di diversi generici e stunts, mai ammesse ufficialmente dallo studios. Da questo megafilm, che doveva proiettarlo decisamente ai vertici della notorietà, al contrario, inizia per Niblo la fase decadente. Riesce a togliersi qualche soddisfazione con Joan Crawford interprete di Adriana Lecouvreur e Norma Talmadge in La signora delle camelie, ma non può sottrarsi all'inatteso flop di La donna misteriosa con Greta Garbo e al successivo Redenzione con John Gilbert, incamminato anch'esso verso il viale del tramonto. L'avvento del sonoro non può che complicargli ulteriormente il suo percorso di regista. I continui insuccessi gli chiudono automaticamente le porte di Hollywood; prova allora in Inghilterra, ma i risultati sono identici. Con il parlato non riesce proprio a ritrovarsi e nel 1932, con Settimo: non rubare (o Avventurieri galanti), chiude la carriera cinematografica, continuando ancora per diversi anni nel teatro dove torna da attore. Inizialmente sposato all'attrice Josephine Cohan, morta nel 1916 e dalla quale ha un figlio, Fred jr. poi sceneggiatore; due anni dopo convola a nozze con Enid Bennett.
|