Figlio del regista francese Maurice Tourneur, con il quale ha lavorato da assistente sia a Parigi, sia in America, prima di stabilirsi definitivamente negli USA, dove acquisisce la cittadinanza americana nel 1920. Noto per aver inaugurato il cinema fantastico in sembianze horror-thriller e per l'originalità della messa in scena, costituita principalmente dalla ricreazione di ambienti tetri, ricchi di atmosfere cupe e ossessive. Ma la filmografia di Torneur non si limita al noir, nel quale dimostra geniale creatività, ma va oltre, distinguendosi soprattutto nel film d'avventura e nel western. Dopo l'esperienza francese, giunto a Hollywood, firma un contratto con la M-G-M dove limita la sua attività nel campo documentaristico e da direttore della seconda unità per pellicole di pregio come Le due città (1935) e Maria Antonietta (1938). Chiamato dal produttore Val Lewton, re del b-movie horrorifico, passa alla RKO e fa il suo esordio nel lungometraggio attraverso Il bacio della pantera (1942), cui seguiranno, nell'anno successivo, altri due lavori sempre improntati nello schema horror-fantasy-thriller: Ho camminato con uno zombi e L'uomo leopardo. Si attesta quindi nel noir classico; filma La schiava del male (1944), gira il suo film più famoso, Le catene della colpa (1947) e dopo La piovra nera (1948) dirige Il treno ferma a Berlino (1948), film d'impronta semi politica. Negli anni '50 si diletta tra prodotti western, da lui già sperimentati nel 1946 con I conquistatori, Il grande Gaucho, 1952, Il paradiso dei fuorilegge, 1955, Wichita, 1955, L'alba del gran giorno, 1956. Si cimenta anche nell'avventura in costume (La leggenda dell'arciere di fuoco, 1950, La regina dei pirati, 1951, I ribelli dell'Honduras, 1953, La prigioniera del Sudan, 1959), dove eccelle per ritmo e impronta ironica. Nel 1959 dirige La battaglia di Maratona, kolossal italiano con Steve Reeves e Sergio Fantoni, fotografato da Mario Bava; ma nel periodo, sulla scia del macabro, mette a segno un altro colpo eccellente con La notte del demonio (1957). Sul finire degli anni '50 e nel seguente decennio lavora molto per la televisione ("Bonanza", "Ai confini della realtà") per tornare saltuariamente al cinema con produzioni mediocri (Il clan del terrore, 1964). Sposato all'attrice Marguerite Christiane Virideau.
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