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Il suo nome esteso era William Strong Van Dyke II. Californiano, specialista del western nel silent-movie, grande narratore, ha operato nel cinema partendo dalla gavetta, per proporsi in seguito tra i più efficienti e affermati registi della M-G-M. Di stile multiforme, costruisce le sue opere in virtù di un filo narrativo appoggiato a forme proporzionate ed elaborate da un espressionismo visivo mai fragile e spesso apparentato a vere e proprie manifestazioni poetiche. Soprannominato "One-Shot Woody" per la velocità di ripresa con la quale riusciva a chiudere una sequenza attraverso un singolo ciak di battuta; e per questo, adoperato, senza accredito, come supervisore o ´risolutore di problemi´ per film scarsi di misura e compattezza diretti da altri registi. Giovanissimo, è attore in spettacoli fieristici e comparsa in diversi film anni '10. Nel 1916 partecipa alla megaproduzione di Intolerance, dove opera da assistente di D. W. Griffith. Dopo una lunga serie di corto e mediometraggi improntati sul genere western, nel 1928 ha la sua grande occasione e non se lascia sfuggire: sostituisce Robert Flaherty nella direzione dell'esotico Ombre bianche e ottiene meritati riconoscimenti che gli consentono di approdare alla Metro-Goldwyn-Mayer, al momento, la major più importante di Hollywood. Nel muto, è autore di L'isola nel sole e nel sonoro si afferma con La voce nel sangue (1931) e Eskimo (1931). Rafforza l'impronta esotica che sempre riesce a far confluire nei suoi lavori, e nel 1932 lo conferma; dirige John Weissmuller nel popolare Tarzan, l'uomo scimmia, film di gran successo commerciale. Due anni dopo inaugura la serie de L'uomo ombra (1934) con William Powell e Myrna Loy; un trionfo ai botteghini che gli offre l'opportunità di riadattare il soggetto in altri tre sequel (Dopo l'uomo ombra, Si riparla dell'uomo ombra, Shadow of the Thin Man). Affronta con merito l'avventura (Trader Horn, 1931), il genere poliziesco (Il caso dell'avvocato Duran, 1933), la commedia (La donna è mobile, 1934), la romanza (Manhattan Melodramma, 1934) e il musical (Sweethearts, 1938). Su espressa richiesta di Louis B. Mayer, gira due superproduzioni spettacolari - San Francisco, 1936 e Maria Antonietta, 1938 - incorniciate da suggestive ricostruzioni ambientali; poi il lento declino. Nei primi anni '40 entra in politica ed è delegato nella convention democratica, ma la lontananza dall'ambiente cinematografico aggiunto a problemi di altra natura, determinano in lui un fortissimo esaurimento nervoso che lo porta al suicidio nel 1943. Marito di Zina Ashford, divorzia nel 1935 e nello stesso anno sposa Ruth Mannix (tre figli), nipote di Edgan Joseph Mannix, produttore esecutivo della M-G-M. |
NOMINATION ALL´OSCAR
L'uomo ombra (regia) San Francisco (regia) FESTIVAL DI VENEZIA (ITA) Maria Antonietta (film - nomination) |
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