Durata: 1 ora e 47 minuti (Durata orig.: 2 ore e 2 minuti)
Divieto: Minori di 16 anni
Premi: Festival di Venezia (Claude Autant-Lara: Nomination alla Palma d'Oro) Nastro d'Argento (Miglior film straniero)
Regia: Claude Autant-Lara
Cast: Micheline Presle,
Gérard Philipe,
Denise Grey,
Jean Debucourt,
Palau,
Jean Lara,
Michel François
Sceneggiatura: Jean Aurenche,
Pierre Bost
(dal romanzo di Raymond Radiguet)
Fotografia: Michel Kelber
Musica: René Cloërec
Sul volgere del primo conflitto mondiale, infermiera volontaria sposata a un militare si innamora di uno studente diciassettenne mentre il marito è impegnato al fronte di guerra. Tra i due sboccia irrefrenabile la passione, che consumano fin quando lei rimane incinta e, nel dare alla luce il bambino, muore.
Dramma e romanticismo in un film di forte pregnanza visiva, narrato in flashback, con proposizioni di sequenze memorabili. Claude Autant-Lara dispone il tracciato attraverso spunti di alta scuola registica; centra nel sentimento dei due personaggi l'impulso espressivo dell'animo e allo stesso tempo castiga il perbenismo che li circonda, identificato nell'individualismo borghese. Straordinaria interpretazione del duo Micheline Presle-Gérard Philipe. Cameo per Jaques Tati. Eccellente chiaroscuro di Michel Kelber, che conferisce al film un tocco di raffinato realismo poetico. Rifatto con analogo titolo nel 1989 dall'esordiente regista Scott Murray. Nulla in comune con Diavolo in corpo di Marco Bellocchio, film scandalo del 1986.
Lo scandalo
Già nel 1923, il romanzo autobiografico di Raymond Radiguet, da cui è tratto il film, suscitò un vespaio di polemiche, figurarsi il film, alla sua uscita atteso con la mannaia da parte delle schiere benpensanti conservatrici. Ma lo scandalo fu circoscritto solo tra Francia e Italia. Accusato per i toni antimilitaristi riferiti al cinismo del protagonista che non tollera la ´guerra giusta´ ma, soprattutto, per l'inaccettabile scabrosità del tema, incentrato sul tradimento, l'adulterio e sulla passione tra un adolescente e una donna sposata più grande di lui. La stampa cattolica, schierata all'unanimità lo definì "…film di arrogante disprezzo ai valori consolidati…". La censura lo sequestrò dalle sale e solo in fase di revisione fu concesso il nullaosta con divieto ai minori di 16 anni, dietro naturale taglieggio di gran parte della pellicola, special modo nelle sequenze dove i due protagonisti appaiono appartati nell'idillio amoroso. Il totale dei tagli arrivò a circa 15 minuti totali; considerata l'epoca un record, almeno per l'Italia.