Beauty's Worth
(1922)
When Knighthood Was in Flower
(1922)
Little Old New York
(1923)
Il principe azzurro
(1926, Beverly of Graustark)
Tillie the Toiler
(1927)
The Fair Co-Ed
(1927)
Via Belgarbo
(1927, Quality Street)
Fascino biondo
(1928, The Patsy)
Maschere di celluloide
(1928, Show People)
Gabbia di matti
(1930, Not So Dumb)
Peg del mio cuore
(1933, Peg o' My Heart)
Caino e Abele
(1936, Cain and Mabel)











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Il suo vero nome era Marion Cecilia Douras. Famosa star del cinema muto. Nativa di Brooklyn, vamp di talento, bionda, bella ed espressiva, professionalmente versatile, assoluta dominatrice della commedia comica, malamente sfruttata in lussuose produzioni in costume e praticamente rovinata nell'immagine dal magnate della stampa William Randolph Hearst, di lei pazzamente innamorato. La sua capacità interpretativa fu così soffocata da continue ingerenze esterne, costruite ad arte dall'ultra-miliardario, il quale, senza badare a spese, la innalzò in un alone di gloria fittizia, imperdonabilmente guidata a modello celebrativo di se stesso. Studia giovanissima nel convento Sacred Heart di Hastings, nei pressi di New York; poi frequenta corsi di danza alla Theodore Kosloff's Ballet School di Manhattan e in seguito si perfeziona alle Wayburn e Sargent School e all'Empire School of Acting. Dopo aver preso il nome d'arte, debutta a Broadway nel musical 'Nobody Home' di Jerome Kern e due anni dopo fa parte della compagnia Ziegfeld Follies, dove è notata da Hearst che la mette sotto proprio contratto e fonda per lei la Cosmopolitan Pictures, studios in esclusiva per l'attrice, che cura la produzione di tutti i suoi film attraverso immense risorse. Ogni suo film è reclamizzato a mezzo stampa e con aggressive campagne pubblicitarie senza precedenti. La figura di Marion Davies è ormai icona immacolata di qualcosa che in realtà non esiste; la critica del tempo e, in parte anche il pubblico, non riconosce in questi film le vere doti dell'attrice, incenerite dal maniacale gusto di grandezza di Hearst che la guida, a suo volere, passo dopo passo per tutto l'arco della carriera. E' l'eroina in costume di Il principe azzurro (1926), ottiene notevoli consensi nel ruolo della zitella ringiovanita in Via Belgarbo (1927) e diventa autentica mattatrice in tre commedie di successo dirette da King Vidor, Fascino biondo, Maschere di celluloide, entrambi del 1928 e Gabbia di matti (1929). Nel 1930, per gravi carenze a seguito di un crack nell'impero finanziario, la Cosmopolitan è assorbita dalla Goldwyn Company; diventa un ramo della MGM ma lascia inalterato il valore potenziale del gruppo Hearst. Nel periodo, la Davies, oltre a una villa a Santa Monica, una lussuosa residenza a Beverly Hills e un castello a San Simeon, riceve un ingaggio di 10.000 dollari a settimana e Hearst una lucrosa quota sugli utili. Con l'avvento del sonoro, le sue prestazioni cominciano a perdere peso, oppressa dal magnate che ne ha distrutto la personalità ma allo stesso tempo ha creato una diva. Marion, combattuta tra odio e riconoscenza si rifugia nell'alcolismo e in una solitudine che ne aggrava il suo stato psichico. Ultimo film di valore è Caino e Abele del 1936, dove recita al fianco di Clarke Gable, balbettando e in condizioni non certo brillanti. L'anno seguente si ritira definitivamente dalle scene; assiste William Hearst ormai malato fino alla sua morte, nel 1951. Finalmente libera, può sposarsi e lo fa nello stesso anno con l'attore Horace G. Brown. Muore a 64 anni, colpita da un cancro al seno. Nel 1941, Orson Welles in Quarto potere, ritrae la vicenda tra Hearst e la Davis, consumata tra amore e professione, ma in maniera poco fedele agli accadimenti reali.







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