Nasce a Roma nel 1906 dalla fusione del gruppo Alberini & Santoni capitanata da Francesco Bragaglia. Gli studi, situati nella zona di San Giovanni, occupano un'area che comprende un teatro di prosa e stabilimenti per la costruzione di materiale cinematografico e apparecchi di ripresa, oltre la fabbricazione in proprio delle pellicole.
Nel primo ventennio d'attività, sotto la direzione di Carlo Rossi lo studio si distingue per tutta una serie di film storici-in costume (Il fornaretto di Venezia, Otello, San Francesco, Marcantonio e Cleopatra, Garibaldi, Brutus) e, prima con il regista Mario Camerini e poi con Enrico Guazzoni (Quo Vadis) compie il salto di qualità che lo proietta verso l'apice della popolarità internazionale. Numerose furono le star (Lyda Borelli, Amleto Novelli) e i registi (Nino Oxilia, Antonio Genina, Carmine Gallone) messi sotto lunghi contratti. Negli anni, a seguito dell'allargamento e della forte crescita economica, alla guida del gruppo si alternano numerosi personaggi; dal conte Salimei al barone Fassini ad altri eminenti personaggi, in una sorta di avvicendamento che si protrasse fino all'avvento del fascismo.
Nel 1930 la Cines è risorsa dello stato. Stefano Pittaluga è nominato presidente della compagnia ma muore improvvisamente l'anno seguente, sostituito da Ludovico Toeplitz e Emilio Cecchi. Lo spirito del regime influenza notevolmente le scelte e le produzioni si alternano tra film e documentari prioritariamente già stabiliti. Durante la guerra civile la Cines si trasferisce a Venezia continuando ad operare fino al 1945.
Nel dopoguerra Carlo Civallero ricostruisce lo studio che continua ad operare fino al 1955 con la sua ultima produzione.
Nel 2006, anno del centenario, la Cines ha ripreso la sua attività grazie all'apporto e consulenza artistica di Leonardo Bragaglia.
|