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Sigla Columbia (Suzanne Ciani, 1975)



È la più piccola tra le majors (o mini-majors) e l'ultima nata delle magnifiche otto di Hollywood. Fondata nel 1919 dai fratelli Cohn (Harry e Jack) e da Joe Brandt, i quali inizialmente denominarono lo studios CBC Film Sale Corporation, con sede legale a New York e teatro di riprese nell'angusto spazio di Gover Street a Hollywood. Senza grandi pretese iniziali, si affida alla produzione indipendente e stabilisce un sistema organizzativo basato sull'unitą del gruppo, dove tutti devono cooperare in funzione di un singolo progetto ideato dal produttore dopo avvallo di Harry Cohn, il più tirannico e detestato moguls di Hollywood. Adotta la tecnica del "prestito", pagando penali ad altri studios per avere a disposizione, magari in un solo film, le star più affermate, evitando così di mettere sotto lauti e salatissimi contratti divi e registi più affermati.


   





A destra, Harry Cohn, fondatore della Columbia; di fianco, Joe Roth ultimo dirigente coordinatore dello studios
Sotto, i loghi della Columbia dopo la cessione della major alla Coca-Cola e poi alla Sony.

Qui sotto - I marchi della Universal utilizzati nei vari anni.








Nel 1925, dopo tutta una serie di b-movie d'azione e western a bassissimo costo, compie il salto nel giro che conta; amplia gli studi di ripresa e cambia nome in Columbia Pictures Corporation. Mette sotto contratto per 10 anni Frank Capra (dal 1928 al 1938) e tramite l'apporto decisivo del regista riesce a produrre commedie di grande risonanza come Accadde una notte che gli valse cinque Oscar nelle prime cinque categorie per un evento rimasto insuperato fino ad oggi, Orizzonte perduto, L'eterna illusione, Mr. Smith va a Washington. Ottiene le preformance di Claudette Colbert (dalla Paramount), Clark Gable (dalla M-G-M), Jean Harlow (dalla Warner Bros.) e altre da attori e registi di passaggio (John Ford, Howard Hawks, George Cukor).
Negli anni '40 scopre e lancia una nuova stella: Rita Hayworth e con Gilda (1946) ottiene il suo primo cult. Apre uno studio di registrazione televisiva attraverso l'appoggio della Screen Gens e negli anni '50 produce Fronte del porto con Marlon Brando, altro cult della generazione.


Sede degli stabilimenti della Columbia in una foto degli anni cinquanta.

Nel 1958 muore Harry Cohn e la Columbia entra nella fase critica. Per un decennio stiracchia in avanti con le grandi produzioni spettacolari (Il ponte sul fiume Kway, Un uomo per tutte le stagioni, I cannoni di Navarone e Lawrence d'Arabia) e sul finire degli anni '60 si identifica nel film impegnato (Easy Rider, Improvvisamente l'estate scorsa, Anatomia di un omicidio, Taxi Driver), per tornare al b-movie (la serie The Three Stooges), ma la base economica della compagnia riversa sempre in acque agitate.
All'inizio degli anni '70 cambia struttura organizzativa sostituendosi in Columbia Pictures Industries Incorporation; i risultati oscillano tra il medio e il mediocre fino al 1981, quando la Coca-Cola acquista il pacchetto di maggioranza affidando il ruolo dirigente a Frank Price. Sotto il suo controllo e con l'unificazione di altre compagnie esterne, in pochi anni diventa Columbia Tri-Star e produce film di successo come Incontri ravvicinati del terzo tipo, Tootsie, la serie Ghostbusters , Blue Thunder e l'horror-sci Christine.
Dagli anni novanta entra in scena il colosso Sony, che con 125 milioni di dollari acquista l'intera compagnia e affida la presidenza al produttore-regista Joe Roth e lo studio assume il nome definitivo e attuale in Sony Pictures Entertainment. Negli anni duemila si registra l'addio definitivo al mitico logo della donna che regge la torcia, sostituito dalla Torch Lady, una modella che in realtà non si sa con certezza chi sia.




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Kolossal a confronto - 2002